Fallito nel 2015, dopo la gestione perlomeno “fantasiosa” del Presidente Tommaso Ghirardi, coadiuvato al meglio dall’allora Amministratore Delegato Pietro Leonardi (il debito complessivo arrivò alla bella cifra di 218,44 milioni, con passaggi di proprietà avvenuti prima del fallimento ufficiale, alla cifra di un euro!), il Parma è rinato ed in tre soli anni è passato dalla Serie D alla A, terminando la passata stagione con un quattordicesimo posto di tutto rispetto, per una tripla neopromossa, e quest’anno vuole consolidare la propria posizione.

Con un solido pacchetto azionario di proprietà, in cui sono presenti anche i cinesi, il Parma in questa stagione vuole naturalmente garantirsi una tranquilla permanenza nella categoria, magari con un cammino più lineare rispetto alla passata stagione, quando dopo un girone d’andata in cui aveva totalizzato 25 punti, è seguito un girone di ritorno in cui solo le retrocesse Frosinone e Chievo hanno fatto peggio, ed i Ducali si sono fermati a sedici punti.

Per questo il mercato è stato impostato in modo da cercare di mantenere i punti di forza dello scorso anno, aggiungendo esperienza e gioventù ad una rosa; il lavoro non è dunque mancato all’apprezzato Direttore Sportivo, Daniele Faggiano e neppure al mister, Roberto D’Aversa, sulla panchina parmense sin dall’anno della Serie D (subentrato nel dicembre dopo l’esonero di Apolloni ed un breve periodo in cui la squadra era stata affidata a Morrone) e certamente contento della conferma di Gervinho ed del ritorno dell’altra punta, Roberto Inglese.

Altro apprezzato ritorno è stato quello del portiere Sepe e gli arrivi di giovani attaccanti come l’ex interista Karamoh, l’ex laziale Sprocati e l’ex atalantino Cornelius, mentre la difesa è stata rinforzata con l’esperienza di Laurini e Pezzella, cui si è aggiunta la “ciliegina” rappresentata dal ritorno in Italia di Matteo Darmian, il laterale che arriva da qualche stagione non proprio felicissima allo United, dopo la crescita esponenziale avuta al Torino.

Darmian resta comunque un giocatore che a Parma può rinascere e garantire una spinta sulle fasce non di poco conto, oltre ad essere un ragazzo che ha fatto della serietà e della professionalità i suoi punti di forza; con la voglia di ritornare stabilmente nel giro della Nazionale, Matteo potrà davvero fare le fortune di un Parma che vuole crescere nelle ambizioni e nella considerazione.

Le prime due giornate hanno confermato le attese sui ducali, perché perdere in casa contro la Juventus è nelle previsioni dei fatti, quello che magari era meno probabile è stata la grande prestazione dei ragazzi di D’Aversa, che hanno messo alle corde i Campioni d’Italia, specie nel secondo tempo, ed avrebbero meritato la divisione della posta per i tanti pericoli portati alla porta bianconera e per l’intensità del gioco messo in campo.

Nella successiva trasferta di Udine, il Parma ha dimostrato che quanto di buono era emerso contro la Juve, non fosse un fuoco di paglia relativo alla voglia di mettersi in mostro contro cotanto avversario; il 3-1 inflitto ai friulani (dopo essere andati in svantaggio) ha infatti dimostrato come la quadra sia già a buon punto relativamente alla forma fisica e, nonostante non pochi cambiamenti, anche sotto l’aspetto dell’amalgama, cosa assai più difficile da raggiungere, visto quanti si lamentano sotto questo aspetto, anche tra coloro che hanno cambiato molto meno dei parmensi.

Evidentemente al Parma si lavora molto e, soprattutto, si cerca di mettere in piedi una rosa con le caratteristiche rispondenti alle richieste dell’allenatore, tenendo ovviamente conto di non potersi permettere lussi o disperdere preziose risorse, ma usando la testa e conoscendo (il DS Faggiano) le caratteristiche dei calciatori su cui puntare, cosa che non sempre è tenuta nel dovuto conto anche da quelli che passano per essere i “grandi esperti” del mercato.

Parma dunque che può ambire alla parte sinistra della classifica, o Parma che può crescere ma l’aspirazione più grande resta quella di una tranquilla salvezza, togliendosi qualche bella soddisfazione? Difficile dirlo, ma probabilmente quella che sarà la posizione finale, dipenderà molto da un rendimento che dovrà essere più lineare di quello passato, senza gli alti e bassi e la troppa differenza tra i due gironi dello corso campionato.

Il Dirertore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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