Un’altra notissima catena odontoiatrica finisce al centro di una vicenda dai toni assai oscuri. Sono centinaia in tutto il Belpaese i pazienti rimasti coinvolti nel fallimento di Dentix Italia. Dentix Italia fa capo a Dentix Spagna, che ha fatto richiesta in tribunale di istanza pre-fallimentare, ed è presente nel nostro Paese con ben 57 studi dentistici, concentrati in 12 regioni, da Nord a Sud.

Gli studi del gruppo sono rimasti chiusi dal giorno del lockdown per il Covid e non hanno più riaperto. Numerosissime le telefonate al numero verde, che, come da copione, risultava inattivo oppure suonava all’infinito.

Il comunicato di Dentix
Dentix scrive, il 21 maggio, in un comunicato ufficiale: “Nella prima fase di lockdown abbiamo garantito solo i trattamenti ‘urgenti’ e ‘non differibili’, successivamente abbiamo deciso di chiudere ogni centro, nell’attesa di poter adempiere al nuovo protocollo ed implementare tutte le misure tecniche-organizzative richieste”.

E ancora: “Attualmente, Dentix è a lavoro con tutti i propri effettivi per riorganizzare gli ambulatori in linea con il protocollo adottato e le nuove disposizioni e sta provvedendo all’approvvigionamento di tutti i DPI necessari, al fine di garantire elevati standard di sicurezza sia per i pazienti che per il personale”.

La prova di QuiFinanza
QuiFinanza ha raccolto diverse testimonianze da parte di poveri cittadini che sono rimasti a bocca asciutta – è proprio il caso di dirlo –, con lavori non completati, dolore e, naturalmente, un bel po’ di soldi da pagare: in molti casi si parla di finanziamenti per cure e lavori odontoiatrici molto costosi, come gli impianti.

Quando finalmente le attività commerciali hanno riaperto a maggio, qualche voce di là dal telefono spiegava, peraltro con una certa arroganza, che “certo che riapriamo, stiamo solo aspettando il 3 giugno, stiamo sanificando gli studi, se ha dolore la inserisco nelle liste prioritarie, sarà richiamato tra i primi per un appuntamento, ci spiace ma capirà anche lei che le richieste sono tantissime…”.

Noi stessi abbiamo provato direttamente a contattare il call center nelle scorse settimane, venendo rassicurati, e poi abbandonati. Ancora a fine maggio le addette al call center annunciavano che i primi di giugno tutti gli studi avrebbero riaperto: “Ci serve ulteriore tempo per riorganizzare i nostri ambulatori ma nelle prossime settimane riapriremo” ci sentiamo dire al telefono.

La denuncia di Federconsumatori
Ma nei racconti dei pazienti la storia si ripete: cure che procedono lente e con continui rimandi, denuncia Federconsumatori, errori piuttosto grossolani, viti che si svitano e protesi che si allentano. Insomma, un vero disastro a sentire i racconti dei poveri malcapitati della Dentix. “Da alcune testimonianze emerge il forte sospetto che i pazienti siano indotti a sottoporsi a interventi sanitari non necessari e non appropriati“.

Sono trascorsi appena pochi mesi dal fallimento di un’altra clinica odontoiatrica, Idea Sorriso, che ha lasciato senza cure e con molti debiti i cittadini che avevano prenotato delle cure. “Si tratta di una situazione che si ripete con una ciclicità inaccettabile” attacca Federconsumatori.

A quanto pare, la macchina funziona sempre nello stesso modo: i pazienti vengono indotti ad accendere un finanziamento per affrontare le cure odontoiatriche necessarie. In tal modo l’azienda, Dentix in questo caso, incassa subito l’intero ammontare della parcella e il consumatore si fa carico degli interessi da riconoscere alla finanziaria.

Le denunce dei pazienti
“Ho sottoscritto un finanziamento di 5.800 euro, a febbraio mi hanno estratto i denti. Il 22 maggio avevo appuntamento per gli impianti. Non possono neanche mangiare, sono in una situazione a dir poco disastrosa“ racconta un paziente di Imperia, dove è stato anche aperto il gruppo Facebook “Dentix Imperia-Class Action” con l’obiettivo di portare avanti un’azione comune contro il gruppo.

“8 mila euro di finanziamento e solo appena iniziati i lavori. Aiutatemi a capire come devo muovermi. Questi si sono dissolti nel nulla”. “Sembra siano tutti spariti. Avevamo un appuntamento ma quando siamo andati era chiuso. Il peggio è che avendo accesso un prestito con una finanziaria stiamo pagando senza neppur aver fatto il lavoro e rischiamo di dover pagare l’intero ammontare per niente”.

E ancora: “Finanziamento di 5000 euro. Tre impianti in sospeso. Ho letto che a una persona stanno uscendo le viti dalle gengive, anche a me”. “Io 5 mila euro in contanti, più il finanziamento di una grossa cifra per rifarmi arcata superiore e inferiore spero si riesca a risolvere se no sono senza denti”. “Io non ho acceso un finanziamento, ho versato anticipatamente 3mila euro su 5500 e mi ritrovo con due denti in meno e un provvisorio traballante”.

La proposta di Federconsumatori al ministro Speranza
Le cure odontoiatriche, prosegue Federconsumatori, “per troppi cittadini sono divenute un vero e proprio calvario: abbandonati dal settore pubblico, vittime, nel privato non regolato, di società di capitali, votate al puro incasso finanziario e spesso prive di deontologia medica”.

Per questo l’associazione che tutela i consumatori si è rivolta al ministro Speranza, chiedendo un incontro per discutere e pianificare una necessaria e urgente riforma del settore, che preveda, da un lato, investimenti diretti da parte del settore pubblico (Stato e Regioni), dall’altro, una regolazione del settore privato che metta al centro la forma societaria della Società Tra Professionisti (STP), con uno stop alle società di capitali.

“Questa soluzione, a nostro avviso, meglio di altre riesce a coniugare maggiori garanzie per i cittadini dal punto di vista della sicurezza e completezza delle cure, nonché della solidità del soggetto erogatore”.

A cura di QuiFinanza – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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