Pesa come un macigno il comportamento della Cina in merito all’emergenza covid-19. A mettere in risalto altri significativi interrogativi sulle tempistiche dell’inizio della pandemia questa volta è l’università di Harvard, con uno studio guidato dal Dr. John Brownstein.

La ricerca ha evidenziato come a Wuhan, la città cinese dove si sono registrati i primi casi di COVID-19, già da settembre grazie ai dati dei satelliti si può vedere come ci sia stato un notevole aumento dell’afflusso negli ospedali cittadini.

Sempre nello stesso periodo, è stato poi messo in risalto come ci sia stato un picco nelle ricerche sul web a Wuhan dei sintomi (tosse, difficoltà respiratorie o diarrea) tipici di una positività al coronavirus.

Episodi questi che in qualche modo andrebbero a cozzare con la versione ufficiale del governo di Pechino, visto che la Cina ha notificato all’OMS un “focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota” il 31 dicembre 2019, con anche diversi atleti che hanno preso parte ai Mondiali militari, svolti a ottobre proprio a Wuhan, che hanno denunciato di aver avuto influenze con sintomi riconducibili al COVID-19.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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