In un tempo geopolitico, Francesco è senza dubbio un pontefice tanto geopolitico, quanto divisivo.
Sotto il suo mandato, nuovi confini si vanno disegnando sulle mappe del mondo.
Chiariscono chi sta con chi.
Distinguono tra amici e nemici.
Riportano alla luce rappresentazioni, e persino i miti su paleociviltà sepolte.
Soprattutto, illuminano blocchi regionali, e sfere di influenza.
Perchè Bergoglio e le sue scelte hanno cambiato la geopolitica delle religioni.
Nei prossimi anni, sono molti i cardinali elettori attualmente in carica che supereranno la soglia degli 80 anni, e dunque scadranno.
Bergoglio avraà la possibilità di sostituirli con nuovi porporati che la pensano come lui.
In altre parole, Bergoglio potrà ulteriormente accentuare la curvatura anti occidentale della chiesa cattolica.
A breve avremo un concistoro a dir poco rivoluzionario.
Mentre non si sono ancora placate, più dentro che fuori la Chiesa cattolica, le polemiche per le affermazioni di Papa Francesco sulle unioni civili anche tra persone omosessuali, censurate dal Vaticano, Bergoglio ha annunciato la nomina di tredici nuovi cardinali di cui sei italiani, nel concistoro che si terra’ il 28 novembre, vigilia della prima domenica dell’Avvento.

Nella lista, letta come tradizione dal Papa al termine dell’Angelus, fanno parte nove porporati elettori in un eventuale conclave , ovvero con meno di ottant’anni, di cui un prete, e quattro che non potranno votare il futuro Pontefice, di cui due sacerdoti.
A destare stupore non sono soltanto le esclusioni illustri nella curia romana e nelle diocesi italiane piu’ importanti, come Milano dove l’arcivescovo Mario Delpini non riesce a entrare in questo, che è il terzo concistoro da quando è succeduto al cardinale Angelo Scola.
Analizzando la lista dei prescelti, quello che salta agli occhi con forza in questo suo settimo concistoro, è sicuramente la scelta di personalità che Francesco ritiene molto vicine alla sua sensibilità pastorale.
Segnale evidente che Bergoglio si sente sempre più accerchiato dalla Curia Romana e non solo, anche alla luce dell’inchiesta finanziaria, che ha letteralmente travolto la Segreteria di Stato.

Inchiesta che, come sappiamo, ha portato recentemente alle dimissioni del cardinale Becciu dal ruolo di Prefetto della congregazione delle cause dei santi, a cui il Papa ha anche chiesto di rinunciare ai diritti connessi alla porpora.
E con la defenestrazione di Becciu, i cardinali elettori avevano raggiunto il numero di centoventi, limite fissato da San Paolo VI e confermato da San Giovanni Paolo II.
Con le nuove nomine decise da Francesco, attualmente i porporati che possono entrare in conclave salgono a centoventinove.
Apre la lista il maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi.
Il nuovo porporato ha preso recentemente l’incarico che è stato di un fedelissimo di Bergoglio, Lorenzo Baldisseri.
Al secondo posto, come prassi vuole, altro curiale nominato cardinale in questo concistoro: il leccese Marcello Semeraro, recentemente subentrato a Becciu come prefetto della Congregazione delle causa dei santi.

Spiccano poi le nomine di altri due italiani : il romano Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val d’Elsa Montalcino, da sempre vicino ai rom e ai poveri della Capitale, dove è stato a lungo parroco prima di diventare vescovo ausiliare di Roma.
Una sensibilità verso gli ultimi, che don Paolo, come ama farsi chiamare ora, ha sempre mantenuto.
L’ultimo neo cardinale italiano elettore è il bolognese Mauro Gambetti, sacerdote francescano e custode del santo Convento di Assisi.
Gli altri cinque sono: Antoine Kambanda, di Kigali in Ruanda, Wilton Daniel Gregory, arcivescovo Washington negli Stati Uniti, noto per le sue posizioni pro gay e Igbt, Jose Fuerte Advincula, arcivescovo di Capiz nelle Filippine, e lo spagnolo Celestino Aos Braco, arcivescovo di Santiago del Cile dove il papa sta ricostruendo l’intero episcopato dopo averlo azzerato, a causa della pedofilia del clero, e Cornelio Sim, vicario apostolico di Brunei.
Quattro invece non elettori: Feroci, Cantalamessa, Silvano M. Tomasi, Felipe Arizmendi Esquivel.
In totale 13, di cui 6 italiani!

Che dire?
Bergoglio si accinge ad accentuare la curvatura anti occidentale della chiesa cattolica.
Nel frattempo, tuttavia, la conflittualità con le componenti nordamericana (conservatrice) e tedesca (euro-progressista) appare in rapido aumento. Il rischio potrebbe essere che, nel suo protendersi verso Oriente, la chiesa cattolica subisca un duplice scisma occidentale, favorendo l’abbraccio delle chiese componenti cattoliche scismatiche, con le sigle protestanti angloamericane e tedesche.
E’ proprio il caso di dire che, sotto il suo mandato, nuovi confini si vanno disegnando sulle mappe del mondo!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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