Con lo spareggio che ha riportato dopo 21 anni la Reggiana in Serie B, si è concluso il lungo cammino dei play off di C, per aggiungere la quarta promossa a Monza, Vicenza e Reggina, che erano al comando dei rispettivi Gironi, quando il Covid ha imposto la fermata del calcio, terza serie compresa.

Quella contro il Bari è stata una finale tirata ed incerta sino al triplice fischio finale, contornata prima dai malumori dei pugliesi relativamente al fatto di disputare la partita al Mapei Stadium di Reggio Emilia, questo perché i granata erano risultati avere un miglior coefficiente rispetto ai galletti.

Inoltre resta sull’incontro il dubbio legato a quello che sarebbe risultato essere il pareggio barese, con la rete di Antenucci annullata per un fallo di mani non così chiaro; ma l’arbitro così ha giudicato e quindi la Reggiana torna in Serie B dopo una storia recente piuttosto travagliata.

E qui entra in ballo il titolo, perché a Reggio Emilia di cose poco edificanti, sotto l’aspetto sportivo, ne sono successe parecchie, a cominciare dal fallimento del 2005, l’immediata rinascita ed un lungo periodo in Serie C, che ha portato ad un nuovo fallimento, nel 2018, in concomitanza con quello cesenate.

Da qui la storia ricomincia, con le nuove Società che ripartono dalla Serie D, con il Cesena che vince il proprio Girone ed ottiene la promozione diretta, mentre per la Reggio-Audace (la denominazione esatta degli emiliani) che giungono terzi e devono perciò ricorrere ai ripescaggi.

Arriviamo così all’attuale stagione ed a scelte che evidentemente a Reggio hanno azzeccato, mentre quelle dei Dirigenti del Cavalluccio, lo dicono i fatti, non sono state esenti da errori anche piuttosto evidenti.
Identico discorso potrebbe essere fatto per il Bari, anch’esso precipitato in D a causa del fallimento finanziario; ma qui entra in gioco una potenza come il Presidente napoletano Aurelio De Laurentiis e se, alla fine, il Bari non è riuscito ad ottenere il risultato prefissato, si può dire almeno che ci abbia provato sino in fondo.

Indubbiamente Reggiana e Bari si sono dimostrate Società di più ampi mezzi finanziari, ma è davvero impossibile allestire una formazione in grado di lottare non solo per salvarsi, in terza categoria? Le controprove non esistono e quindi si possono solamente fare delle ipotesi, ma smantellare la squadra e dare il benservito ad Angelini, è stata la mossa giusta?

Così come ci sarebbe da ridire riguardo a mancate conferme di calciatori che …. Ricciardo, Alessandro, giusto per fare un paio di nomi, non avrebbero meritato di giocarsela anche in C? Davvero avrebbero fatto peggio di Sarao, o di Borello? Tralasciando pietosamente la scelta del modestissimo Modesto, che sarà pure costato poco, ma che nulla di più ha dimostrato.

Qualcuno dirà che con il senno del poi sono tutti maestri, ma se andrà a rileggersi quanto affermato dall’inizio Campionato su CesenAlè, si accorgerà che queste cose le abbiamo scritte in tempi non sospetti, senza essere maghi del calcio, ma anzi con molta umiltà, ben consapevoli che nel calcio, tra il fare bene ed il rischiare di buttare via una stagione, passa un filo sottilissimo.

Complimenti quindi alle formazioni promosse, Reggiana compresa, ma anche il Bari, con la speranza che quanto accaduto sul campo ed in Società, serva a chi, come il Cesena, vorrebbe avere un futuro all’altezza di un passato di grande decoro e passione.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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