MARTA CARTABIA, MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Lunedì o martedì il probabile voto di fiducia. Conte tornerà a riunire i parlamentari Cinque Stelle.
La riforma del processo penale “si muove nella direzione di attuare principi costituzionali come la ragionevole durata del processo.
L’eccessiva durata dei processi è un problema del nostro Paese che dobbiamo risolvere. Lo esige la Costituzione e lo esigono principi europei. Ma soprattutto lo dobbiamo ai nostri cittadini, che patiscono i danni di una giustizia lenta.

L’obiettivo di questa riforma è arrivare a sentenze definitive in tempi rapidi. Dopo un reato, è fondamentale garantire l’accertamento pieno dei fatti e delle responsabilità. E questo deve avvenire nei tempi giusti. C’è poi anche una ragione contingente: questa riforma è un impegno preso con l’Europa come condizione per ricevere i finanziamenti del Recovery fund”.

Lo dice la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, durante un forum organizzato dal quotidiano la Repubblica.

“La posta in gioco era molta alta, e questo si avvertiva in ogni richiesta di modifica, anche di una virgola: la partita politica si preoccupava delle proprie bandierine, ignorando i contenuti della legge”, spiega Cartabia. “L’obiettivo della riforma è far arrivare a conclusione nel merito ogni – e ribadisco ogni – processo. Quanto ai reati per mafia, già nella prima bozza approvata l’8 luglio, c’era un’attenzione particolare.

Questo perché nel nostro ordinamento ci sono regole dedicate per i reati gravi. Non a caso si parla di ‘doppio binario’. Quindi è stato del tutto naturale prevedere da subito regole diverse. L’improcedibilità, ad esempio, era già esclusa per i reati puniti con l’ergastolo. I processi di mafia sono trattati con priorità anche per la presenza di imputati detenuti. Se poi si considerano i dati di durata media dei processi nelle Corti d’Appello possiamo dire che il pericolo di mandare in fumo, come si suol dire, i processi di mafia non c’è mai stato – sottolinea ancora la Guardasigilli -.

In ogni caso, a fronte di preoccupazioni manifestate da più parti, abbiamo previsto una norma transitoria, per l’entrata in vigore con tempi più lunghi e abbiamo introdotto un nuovo sistema: proroghe rinnovabili, ma sempre motivate e sempre impugnabili in Cassazione”.

A cura di Elena Mambelil – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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