Ricomincia il Campionato e riprende anche la nostra rubrica dell’amarcord; a Cesena arriva il Perugia ed allora perché non ricordare un grande ex di entrambe le formazioni, uno che ha lasciato un segno nel calcio, anche senza mai essere in prima pagina, incensato e vezzeggiato da media e tifosi: Lamberto Boranga.

Il portierone è sicuramente personaggio particolare e molto, molto speciale, certamente per le doti dimostrate in campo, ma anche se non di più per il suo modo di essere, di intendere la vita; calciatore va bene, ma laurearsi in Biologia ed in Medicina non è cosa da tutti i giorni nel mondo pedatorio, così come non è cosa di tutti i giorni vederlo ancora tra i pali a 68 anni o cimentarsi con successo nell’atletica leggera, primeggiando in varie discipline nella categoria Master.

Tipo particolare Boranga, tra i primi, ormai dieci anni or sono, a lanciare l’allarme EPO e cocaina anche nel calcio, consapevole di quelle che erano certe pratiche mediche negli anni settanta (e certe morti andrebbero approfondite anziché insabbiate) e di quali e quanti possono essere i danni di ciò che oggi succede.

Tipo particolare anche nel non nascondersi dietro un dito relativamente a combine e “biscotti” vecchi come il calcio, che fanno stizzire gli addetti ai lavori, ma che sono stati e sono all’ordine del giorno, altrimenti come si spiegherebbe che ad ogni piè sospinto salta fuori uno scandalo, la maggior parte delle volte minimizzato o insabbiato, tanto la gente dimentica in fretta?

Ricordo una partecipazione di Boranga ad una delle solite trasmissioni televisive a corollario di Mondiali ed Europei, dove di fronte ad affermazioni di negazione dei presenti lui se ne uscì come di fronte ad un avversario: con il coraggio di chi non ha paura, ammettendo che si trattava di realtà e non di ipotesi campate in aria.

Lo so, ho divagato ancora una volta, visto che avrei dovuto raccontare di un portiere definito “matto” perché palleggiava contro la traversa o perché a Parma andò a prendere per gli stracci un avversario, a centrocampo, e fu espulso, o di quando si sedette sulla traversa perché nessuno tirava in porta; in realtà Boranga si racconta da solo, che parasse, saltasse in alto o in lungo, o curasse degli ammalati, perché è unico, purtroppo!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Vittorio Calbucci

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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