Angelini chi? ma si, Giuseppe, il centrocampista cresciuto con la maglia bianconera, quello che ha giocato (e pure bene) nel Cavalluccio dall’83 all’88!

A beh, è vero, scusami, credevo si parlasse dell’allenatore del Cesena, quello della promozione dalla Serie D, dopo il fallimento, perché alla promozione con quel po’ po’ di squadra ci si arrivava anche con me in panchina!
Già li immagino i commenti una volta letto nome e cognome del protagonista di questo numero speciale del giornale dedicato alla promozione bianconera, data per scontata, con troppa faciloneria, da molti ad inizio stagione e poi rivelatasi più dura del previsto, perché come la gatta frettolosa fa i gattini ciechi, anche nel calcio è sempre meglio non dare nulla per scontato e fare le cose con calma ed i tempi giusti.

In realtà Angelini è sempre quello, il calciatore come l’allenatore, colui che ha disputato 95 partite con la maglia bianconera e, dopo aver intrapreso la carriera di allenatore, si è seduto sulla panca come vice di Bisoli, poi, per quattro stagioni, su quella della formazione primavera e nell’estate scorsa si è trovato nel giro di poco più di un mese da mister del Romagna Centro all’avere l’arduo compito di “dover” vincere il campionato con il rinato Cesena!

Compito facile, può essere, sulla carta certamente, ma poi come ripeto spesso, c’è il campo e su quello può capitare di tutto; certo il Cesena era attrezzato, o lo è diventato nel corso della stagione perché mica è facile ripartire da zero e… dover vincere, solo per il nome e la storia passata; al di là di tutto Angelini ce l’ha fatta e quindi, come lo è stato per il suo passato da calciatore in bianconero, merita un applauso ed un C…in C…in con lo spumante buono.

Poi è vero che sia da calciatore che da allenatore, la carriera di Giuseppe non abbia toccato vertici altissimi, ma si sa come vanno le cose nel mondo del calcio, prometti bene, ma se arriva l’allenatore che non ti “vede”, buchi un paio di stagioni e finisci nel dimenticatoio delle serie minori, dove hai voglia a dimostrare di saper giocare al pallone; nessuno se ne accorge e gli anni passano inesorabili fino a quando decidi di passare il Rubicone e sulla panca “decisionale” ti ci siedi, magari incerto se legare il tuo destino ai giovani o provarci in quelle definite serie minori.

Angelini ha fatto la sua strada, ed oggi non più giovanissimo (è nato a Rimini il 14 marzo del 1965) si è ritrovato quel patatone bollente chiamato Cesena tra le mani, portandolo a raggiungere l’obiettivo prefissato, tagliando cioè il traguardo per primo, ovvero ottenendo l’unica cosa che contava e conta davvero, per Cesena e la Romagna tutta.
Ora quale sarà il futuro?

Difficile dirlo e non mi metto a fare previsioni, perché ci sono più allenatori in giro che ciliegie sugli alberi della Romagna; una cosa però mi permetto di dire, che spero la scelta venga fatta senza guardare ad un passato ed a nomi che a Cesena hanno dato persin troppo abbondantemente e non mi pare abbiano raccolto vittorie a grappoli, salvo che non si considerino vittorie esoneri e retrocessioni.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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