Un agente di polizia tiene impugna un taser nel Centro Nazionale di specializzazione e perfezionamento nel tiro, dove si svolge laddestramento degli operatori di Polizia alluso del taser, Nettuno, 3 luglio 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Fondine antistrappo. Protezioni e taser le difese che mancano alle forze dell’ordine. Perché?

Ancora prima della tragedia di Trieste, nella quale rimasero feriti a morte due agenti di polizia, i sindacati avevano già segnalato le numerose anomalie derivate dall’uso delle nuove fondine antistrappo in polimeri. Nessuna colluttazione, nessun inseguimento, si rompeva e si rompono entrando nell’auto di servizio. A oggi il problema ancora non è stato risolto e ahimè continuano a pervenire diverse segnalazioni al Dipartimento. Veniamo al taser.

È certamente uno strumento utile per evitare sia le aggressioni contro gli appartenenti delle forze di polizia, sia per garantire la sicurezza delle persone fuori controllo che comunque non rispettano la legge. L’escalation delle aggressioni alle donne e agli uomini in uniforme – a oggi una ogni quattro ore – avviene quasi sicuramente per la totale certezza d’impunità da parte di chi aggredisce i rappresentanti dello Stato. L’esito della sperimentazione conferma che l’utilizzo di questo strumento non letale è efficace e non provoca conseguenze.

Infatti, questo dispositivo consentirà senza creare il contatto fisico con i violenti e gli esagitati, di bloccarli evitando che le loro azioni possano produrre pregiudizio o danni per la sicurezza dei cittadini. Per questo ci si aspetta che sia fornito a ogni operatore in modo da consentire una difesa appropriata ai servitori dello Stato ma anche una garanzia per chi, fuori controllo, usa violenza contro le donne e gli uomini in divisa. La sperimentazione, che ha dimostrato la rigidità dei casi in cui i protocolli operativi prevedono l’impiego di quest’arma non letale e l’alta professionalità dei poliziotti, ha confermato che il taser è necessario per fronteggiare le sempre più crescenti aggressioni nei confronti di chi, scientemente o sotto l’effetto di alcol o droghe aggredisce i cittadini e gli stessi operatori di polizia senza nessuna remora. Tant’è che su 15 interventi violenti, in 14 casi vi è stata desistenza e quindi non si è dovuto utilizzare la forza.

L’auspicio è che questo nuovo strumento sia più un deterrente piuttosto che un rimedio repressivo; così come dimostra anche l’esperienza maturata da moltissime altre forze di polizia nel mondo. Migliore l’utilizzo del taser, che non quello dell’arma in dotazione nei casi estremi in cui si dovesse rendere necessario l’uso della forza per fermare una violenza. Dopo l’approvazione del provvedimento da parte del Consiglio dei Ministri si attende ora la fornitura a tutti gli operatori di polizia in tempi brevi poiché questo nuovo strumento rafforza il percorso portato avanti dal Dipartimento della P.S. teso a una gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica più moderna e basata sul rispetto della vita umana a prescindere dalle condotte di chi viola la legge

Il vice Direttore cura di Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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