Livio Macchia è il bassista dei Camaleonti, gruppo tra i più conosciuti ed apprezzati della musica italiana con alle spalle sessant’anni di carriera. Nato nel 1941 ad Acquaviva Delle Fonti in provincia di Bari, nei primi anni sessanta intraprende l’avventura nel mondo della musica con gli amici Tonino Cripezzi, Paolo De Ceglie, Gerry Manzoli e Riki Maiocchi con la band “I Camaleonti”.
 

Il primo grande successo è “L’Ora Dell’Amore“, cover del brano dei Procol Harum del 1967, che mantiene la vetta della classifica per 10 settimane e vende oltre 1 milione e mezzo di copie, bissato da Applausi con 900.000 copie vendute, che rimane in classifica per dodici settimane, piazzandosi (e rimanendo) al primo posto per le tre settimane. Riguardo la sfera sentimentale, il bassista è sempre stato abbastanza riservato. Macchia ha un figlio che oltre ad avere il suo stesso nome ha anche ereditato da lui la passione per la musica. Il mio intervistato di oggi e suo figlio hanno condiviso, più di una volta, anche lo stesso palcoscenico esibendosi però ognuno con le loro rispettive band. Il figlio di Livio Macchia volto storico dei mitici Camaleonti ha dichiarato in un’intervista, qualche tempo addietro, quanto sia stata importante per la nascita del suo gruppo musicale l’influenza di suo padre e dei suoi Camaleonti. “I Camaleonti che ho seguito spesso nelle varie tournée hanno rappresentato la colonna sonora della mia infanzia… Gli album dei Camaleonti mi hanno fatto capire da vicino come si è sviluppata la musica negli anni d’oro…“.
Sei nato nel 1941, cresciuto con la buona musica degli anni 40 e 50. Quali i tuoi ricordi di quel periodo?
La musica ha da sempre accompagnato la vita di moltissime persone, se non dell’intero genere umano. Attraverso melodie, suoni e canzoni create da moltissimi artisti durante i secoli si sono creati dei veri e propri stili differenti che hanno soddisfatto l’orecchio e il gusto di ognuno di noi, trasmettendoci emozioni ancora oggi rivivibili. Sui livelli musicali, gli anni Cinquanta sono stati il decennio che più ha preannunciato una vera e propria rivoluzione. Subito, pensando agli anni cinquanta, si pensa ad Elvis Presley, Bill Halley o anche Chuck Berry. Parallelamente al Rock N’ Roll, si diffondono largamente tantissimi generi di musica come lo Swing, il Jazz e, soprattutto in Italia, la musica leggera i cui maggiori esponenti sono Domenico Modugno e Claudio Villa.
Chi ha influenzato la tua carriera? 
La mia carriera è stata influenzata da Elvis. È stato uno dei più celebri cantanti della storia, fonte di ispirazione per molti musicisti ed interpreti di rock and roll e rockabilly, tanto da ottenere l’appellativo di re del rock and roll.
Fonti sicure mi hanno riferito che l’amore per la musica era già nel tuo dna, giusto?
Sì. Tutti i miei familiari erano ottimi musicisti, anche se hanno dedicato la loro vita a carriera in ambiti totalmente differenti.
Spiegaci meglio…
Ti dirò una cosa che ti farà sorridere, in casa mia erano tutti musicisti ed appassionati di musica… suonavano tutti degli strumenti, ma come lavoro prioritario erano farmacisti. L’unico che ha seguito in realtà la strada della musica in senso professionale sono stato io. E poi la mia mamma mi deliziava con canzoni che hanno fatto Storia. Mi cantava canzoni degli anni ’35/40 e 50.
L’Italia è stata una nazione in ginocchio dopo la seconda guerra mondiale che però sognava ed aveva una gran voglia di rialzarsi. Sei d’accordo?
Hai detto benissimo. Con quel panorama sono cresciuti grandi artisti e cantautori italiani che hanno segnato l’Italia musicalmente e che ancora oggi riscuotono un grandissimo successo. Artisti come Adriano Celentano, Claudio Villa, Domenico Modugno, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, tutti cantautori.
Dovendoti descrivere in soli tre aggettivi quali ti senti di poter usare? 
Generoso, paziente e diplomatico.
Da bambino sognavi di far parte di una band? In realtà no, sognavo di fare il pilota di aerei. Volare è uno dei più grandi sogni dell’umanità. Anche Leonardo Da Vinci non è stato immune dal fascino esercitato dall’idea di poter sperimentare il volo, uno dei progetti più ambiziosi al quale l’uomo si sia mai avvicinato. Per qualcuno mettersi alla cloche, decollare e usare il cielo come una strada è un sogno che inizia da bambino, e a volte sembra impossibile riuscire a trasformarlo in realtà.
Se potessi tornare indietro a quel bambino che eri quali consigli gli daresti?
Non pensare che i sogni che si vivono da bambini siano irrealizzabili, non lasciarsi demoralizzare e se si ha una passione merita che sia seguita con convinzione e determinazione.
Quale è stata ed è la fatica che comporta svolgere il tuo mestiere?
La fatica a volte è data dal dover stare via per lunghi periodi, ma è ampiamente compensata dal piacere di fare il lavoro che si è sempre desiderato e che rappresenta la propria passione.
Dell’attuale Sanremo cosa hai trovato affine alle tue ‘corde’?
Albano, Morandi e Ranieri, tre pilastri della nostra musica.
E cosa non ti è piaciuto del Festival capitanato da Amadeus?
Non mi è piaciuto l’atteggiamento di Fedez e Rosa Chemical. Ho trovato poco elegante simulare un atto sessuale sulle reti pubbliche. Non sono bigotto, ma sono basito, la Rai non dovrebbe permettere tutto questo anche perchè Memo Remigi è stato mandato via per molto meno. Remigi è finito al centro delle polemiche dopo aver fatto scivolare la mano sul fondoschiena di Jessica Morlacchi durante una puntata di “Oggi è un altro giorno” su Rai 1. Immagine ripresa in diretta tv che non è passata inosservata e che ha iniziato a circolare in Rete, aprendo ufficialmente il caso. Dopo alcuni giorni dall’episodio, in cui Remigi non è figurato tra gli ospiti, la conduttrice del programma Serena Bortone ha spiegato in diretta ai telespettatori: “Remigi non è qui perché si è reso responsabile di un fatto che non può essere tollerato”. E la Rai ha poi comunicato di averlo cacciato, risolvendo il suo contratto.
E della Chiara Ferragni sul palco dell’Ariston in quel di Febbraio cosa vuoi dirci?
Che il suo monologo non mi ha emozionato. Il suo look è stato soggetto a svariate critiche. Io mi unisco al coro del 50% che non l’ha apprezzata. L’abito stile ‘sindone’ non merita altra attenzione da parte nostra, quindi mi fermo qui.
E degli artisti in gara cosa vuoi dirci?
Per onestà ti dico anche che non ho amato il look di Anna Oxa e di Giorgia. Non sto giudicando la loro kermesse musicale, dico solo da telespettatore che ci sono stati Sanremo più eleganti, in passato, sotto tutti i punti di vista. Ovviamente ho trovato vomitevole il comportamento di Blanco. Amadeus e la Rai avrebbero dovuto punirlo.
Negli ultimi decenni molti artisti del piccolo e grande schermo sono morti, tra loro anche un vostro amico Paolo Limiti. Un tuo ricordo…
Ricordo che una volta, ero nel suo programma, gli chiesi di rintracciare il nome di una canzone che mi cantava la mia mamma da piccolo inerente il periodo legato agli anni ’30 e ’40, ma anche lui non riuscì nell’impresa, purtroppo la mia mamma non può dirmi nulla in quanto da tanto tempo non è più tra noi. Limiti è stato un paroliere, conduttore televisivo, autore televisivo e produttore televisivo italiano di qualità. GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ diceva: “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” ed aveva ragione.
Un altra Star che ti e vi voleva bene era Raffaella Carrà, vero?
Sì. Una bella persona ed una grande artista. La ricordo e la ricordiamo con grande stima ed affetto sincero.
E su Costanzo vuoi dirci qualcosa?
Ti rispondo usando una citazione di Mario Rigoni Stern il quale disse: “I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia”. Con noi, il Dottor Costanzo, ebbe un attegiamento irrispettoso, ci invitò al suo “Maurizio Costanzo Show”, ci mise nel pubblico, eravamo in 5, ma non ci fece salire sul palco, non ci fece interagire con lui in alcun modo, lo trovammo poco rispettoso considerato il nostro storico musicale prestigioso. Sul palco il Dottor Costanzo parlò per lungo tempo con Mario Lavezzi uno de ‘I camaleonti’ ma non con noi. Dalla scorsa settimana in TV non si è parlato altro che del suo decesso, lho trovato eccessivo.
Perchè?
Certe cose succedono solo in Italia, in America la morte di chi è famoso non riscuote clamore. Nel suo caso poi ha fatto discutere l’atteggiamento anomalo di sua moglie in camera ardente. Ne hanno parlato tutti i giornali, le tv, le radio.
Tu al posto di Maria De Filippi cosa avresti fatto?
Non avrei mai accettato di fare un selfie con i miei fans in una situazione del genere. Avrei detto di no. La società attuale continua a deludermi giorno dopo giorno, non c’è più rispetto neanche per la morte. I suoi programmi non li seguo, non li trovo congeniali con il mio modo di essere. Sono sincero.
Anche voi, come molti Big della Canzone, avete scritto e pubblicato un libro… ti va di parlarcene?
Nel 2014, noi Camaleonti portammo alla luce “Storia di un’idea” grazie all’editore Fausto Lupetti. Libro +CD con 2 brani inediti, oramai introvabile in commercio. Paolo Denti raccolse con tanta passione i ricordi, gli aneddoti e i racconti di Tonino Cripezzi e miei: i due fondatori del gruppo, per intenderci. Dalla quarta di copertina si può leggere “Senza la collaborazione di un gruppo di amici questo progetto non sarebbe mai giunto a termine. Ci siamo ritrovati spesso a discutere e valutare, fare e disfare ma, alla fine, ci siamo riusciti. Raccontare cinquant’anni della nostra vita nel mondo delle sette note non è stato facile ma, ancora una volta, lo spirito di avventura ha saputo guidarci nel modo più spontaneo e sincero. Questo libro e i due brani inediti allegati, oltre che rappresentare un nostro personale traguardo, vogliono essere un omaggio a tutti coloro che ci seguono da tanti anni e ancora si aspettano sorprese dai Camaleonti”.
Livio Macchia nella sua Puglia
Come me, anche tu sei pugliese, ti manca il Salento?
Sì. Mi manca il nostro amato mare. Io ho casa nel leccese e l’estate con la mia famiglia soggiorno nella mia terra d’origine per rigenerarmi. La nostra regione è meravigliosa ed ha il pregio di aver sfornato tanti tanti artisti.
Basti ricordare Domenico Modugno considerato uno dei padri della musica leggera italiana e uno tra i più prolifici artisti in generale.
Tu vivi a Milano, ti manca la cucina del sud?
Sì. Anche se mangio le fritte, i pasticiotti ed altre specialità realizzate qui al nord da nostri corregionali oramai residenti nella grande metrò.
Un tuo sogno nel cassetto?
Pubblicare un mio album che ho realizzato in sala d’incisione durante il primo periodo del lockdown.
A cura di Ilaria Solazzo – Foto Redazione
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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