Coltivazioni intensive dell’ulivo? No grazie!

A Montecatini Terme un convegno sulla valorizzazione degli oli extravergini italiani con il sottosegretario La Pietra

La giornata conclusiva del Festival Food&Book si è chiusa con il convegno “Gli oli extravergini italiani: come valorizzarli a tavola e in azienda”.

La presenza di un panel qualificato di relatori e del sottosegretario al Masaf Patrizio Giacomo La Pietra è stata l’occasione per sviluppare temi di particolare rilevanza per il settore olivicolo in un contesto di calo della produzione di circa il 30% a livello nazionale. A questo riguardo, il sottosegretario ha ipotizzato il rischio di una forte crescita dei prezzi a fine inverno, anche per il crollo della produzione in Spagna che riguarderà in particolare il prodotto mass market.

“A causa della mancanza di olio ci troveremo di fronte ad un forte innalzamento dei prezzi al consumatore – ha affermato La Pietra – e si renderà più interessante la scelta di orientarsi verso oli di qualità del nostro Paese. Per questo occorre comunicare al consumatore che l’olio non è un condimento, ma un alimento eccellente dal punto di vista nutrizionale, e quindi è preferibile spendere qualche euro in più per avere un prodotto con migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali”.

Negli ultimi anni si è assistito a un forte calo della produzione di olio italiano conseguente all’abbandono di oliveti; per recuperare produttività, anche in Italia si stanno iniziando a diffondere impianti intensivi e superintensivi.

“Questa scelta – si è chiesto il professor Giuseppe Nocca – può essere una soluzione? Si tratta di impianti in cui la raccolta è affidata a macchine scavallatrici, dotate di pettini vibranti, con capacità di raccolta che coprono un ettaro in una o due ore, ma idonee solo per operare in terreni perfettamente pianeggianti. Va tuttavia precisato che sia le operazioni di potatura, sia quelle di raccolta, provocano numerosi danni alla vegetazione a causa delle rotture di rami e germogli con ferite ai tessuti vegetali che necessitano di frequenti trattamenti anticrittogamici, pena la diffusione di patologie (batteriosi)”.

A questo riguardo è stato segnalato che il crollo della produzione spagnola è da imputare soprattutto dalla diffusione di malattie derivanti proprio dall’intensità degli allevamenti delle piante.

“La nostra ricchezza – ha aggiunto Fabiola Pulieri, autrice insieme a Dario Stefàno del libro Oleoturismo – Opportunità per imprese e territori – sta proprio nella diversità dei nostri oli, nella varietà di ulivi e nella presenza di piante secolari. La gran parte degli uliveti del nostro Paese è in collina e le coltivazioni intensive, che si avvalgono di sistemi di potatura e raccolta altamente meccanizzate, in queste aree non sono possibili. Per non dire delle ricadute negative dal punto di vista paesaggistico e turistico, aspetti che sono la base per lo sviluppo dell’oleoturismo, un formidabile strumento a disposizione dei produttori per la valorizzazione dell’olio Evo nei luoghi in cui si produce”.

Per il professor Antonello Senni autore del libro La Nutriscienza, oltre alle classiche ottime peculiarità che caratterizzano l’olio Evo (bassa acidità, alto contenuto di vitamina E, carotenoidi, basso numero di perossidi), andrebbero sviluppate nuove ricerche attraverso incroci varietali per arricchire l’olio di altri due nutrienti: i lignani e i fitosteroli presenti nell’olio Evo che si caratterizzano per le loro alte qualità antiossidanti, antidiabetiche, antitumorali con attività antiestrogenica, antiangiogenica, ma soprattutto proapoptotica.

Particolarmente soddisfatto dell’incontro si è dichiarato il vicesindaco di Montecatini Terme, Alessandro Sartoni: “Montecatini è la Città delle Terme, la Città del Liberty ma è anche Città degli Ulivi: è sufficiente, arrivando in città, alzare lo sguardo verso l’alto per vedere tutta la collina coperta di ulivi. La presenza sul territorio della Cooperativa Olivicoltori della Valdinievole, con un innovativo impianto di frangitura delle olive attraverso gli ultrasuoni, è la base per sviluppare iniziative in grado di coinvolgere i tanti turisti che nella nostra città potranno apprezzare anche la qualità delle produzioni agricole del nostro territorio”.

A cura di Elisabetta Castiglioni – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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