SAN-LORENZINO
Tre interventi in chirurgia laparoscopica tridimensionale sono stati eseguiti questa mattina alla Casa di Cura San Lorenzino di Cesena (via N. Dell’Amore 15) e trasmessi in diretta a una platea di circa 50 tra medici e infermieri presenti al convegno “La chirurgia laparoscopica: le nuove frontiere” organizzato dalla Fondazione Elio Bisulli. Un bendaggio gastrico è stato applicato a un paziente obeso e diabetico di 42 anni da parte dell’équipe guidata dal dottor Angelo Michele Schettino, mentre il dottor Edgardo Matassoni è intervenuto su una donna di 42 anni affetta da una cisti ovarica. Infine il caso più complesso, quello di una signora di 70 anni con ernia iatale e sintomi esofagei, operata anche lei dal dottor Schettino.
A rendere possibili questi interventi è stata la colonna laparoscopica 3D acquisita di recente dalla clinica privata guidata dal dottor Raffaele Bisulli, prima a dotarsene in tutta la Romagna e tra le prime in regione. “L’altissima definizione e la profondità della visione tridimensionale danno un senso ancora più realistico di quel che stiamo facendo nell’addome di questo paziente – ha detto il dottor Schettino nel corso del primo intervento chirurgico -. In 3D si interviene meglio, il lavoro del medico e dei suoi collaboratori è molto agevolato”. Sulla stessa linea d’onda anche il commento del dottor Matassoni. “E’ un’innovazione straordinaria, una novità eccellente, poter lavorare sfruttando anche la terza dimensione della profondità è davvero un valore aggiunto”.
Indossando i tradizionali occhiali per la visione tridimensionale utilizzati dai medici operanti e con i quali osservare le immagini proiettate sullo schermo, i partecipanti al convegno hanno potuto apprezzare con l’emozione della diretta l’utilità della laparoscopia 3D osservando le varie fasi degli interventi chirurgici grazie alla telecamera che li ha condotti tra gli organi dei pazienti.
“Con la tecnologia 3D il chirurgo torna alla normalità – ha spiegato il dottor Maurizio Pavanello, direttore di Chirurgia generale all’Ospedale San Giacomo Apostolo di Castelfranco Veneto (Tv) -. Avevamo adattato il nostro cervello a lavorare in laparoscopia solo su due dimensioni, l’altezza e la lunghezza, ma adesso possiamo aggiungere anche la profondità grazie alla quale ci sembra di essere all’interno del paziente”. Secondo il dottor Pavanello, “la visione tridimensionale è la vera evoluzione della laparoscopia perché agevola il lavoro del medico generando benefici al paziente”. Parole queste che hanno trovato conferma nella relazione del professore Alberto Liboni della Clinica Chirurgica dell’Università di Ferrara: “Il chirurgo con questa tecnologia vede meglio, quindi aumenta le performance del suo intervento. In questo modo si riducono sia le complicanze che le possibilità di errore; non servono particolari studi scientifici per dimostrarlo”.
Il dottor Raffaele Bisulli, amministratore unico della Casa di Cura e responsabile del Raggruppamento Chirurgico, ha concluso i lavori della mattinata spiegando come “questo convegno specialistico, con la trasmissione in diretta di tre interventi di chirurgia laparoscopica 3D, dimostra l’attenzione costante della nostra clinica all’innovazione e al miglioramento del servizio verso i pazienti”.

Per informazioni: [email protected] – 0547.361299. – Ufficio stampa Orma Comunicazione Giovanni Bucchi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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