Morbide colline, macchie di boschi, uliveti che spaziano fino all’orizzonte; borghi arrampicati su cucuzzoli pietrosi, trulli, torri saracene, castelli, frantoi e, in lontananza, il blu del mare. E’ la Puglia che l’Unesco ha premiato inserendo 4 siti, unici nel loro genere, nell’elenco dei beni patrimonio dell’Umanità. Dal 1996 la tutela coinvolge i trulli di Alberobello e Castel del Monte, nel comune di Andria. I trulli sono abitazioni coniche, oggi per lo più trasformate in musei o alberghi di charme, edificate a secco e realizzate con una pietra bianca ricavata dalle rocce calcaree dell’altopiano delle Murge. Sono esempi straordinari e unici di edilizia in pietra a secco a lastre, una tecnica risalente all’epoca preistorica e tuttora utilizzata in questa regione, soprattutto ad Alberobello nella Valle d’Itria, dove sono concentrati gli esemplari più numerosi e meglio conservati. Storicamente servivano ai contadini come ripari temporanei o ai piccoli proprietari terrieri come abitazioni, caratterizzate da una struttura rettangolare con un tetto di forma conica in pietre incastonate e spesse mura, costruite direttamente sulle fondamenta e realizzate con la tecnica della muratura a secco, senza malta e senza cemento. I tetti dei trulli recavano spesso iscrizioni bianche dal significato mitologico o religioso e terminavano con un pinnacolo decorativo che aveva lo scopo di allontanare la sfortuna. Dal 1.000 a.C. l’area dell’attuale Alberobello era cosparsa di insediamenti rurali divisi in rioni occupati da decine e decine di trulli; nel 1620 la zona conobbe la sua massima espansione con centinaia di abitazioni coniche e nel 1797 Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, conferì alla località il titolo di città regia. Fu solo tra il 1909 e il 1936 che alcune parti di Alberobello vennero considerati monumenti protetti del patrimonio culturale.

L’altro sito protetto dall’Unesco in Puglia dal 1996 è l’imponente costruzione a pianta ottagonale di Castel del Monte, nel comune di Andria, lungo la costa adriatica. Il castello, fatto costruire nel 1240 dall’imperatore Federico II di Svevia su un’altura che domina la regione circostante, è un meraviglioso esempio di architettura militare medievale che sa unire più stili, dal romanico al gotico fino alle raffinate decorazioni islamiche dei suoi mosaici. E’ assolutamente da visitare anche per scoprire le misteriosi connessioni simboliche del numero otto, che rappresenta l’elemento caratterizzante del castello; attorno al cortile ottagonale si dispongono sui due piani 8 sale a pianta trapezoidale a formare un ottagono, sui cui spigoli si innestano 8 torri di analoga forma. D’altronde il fondatore Federico II era un monarca illuminato, appassionato di matematica, poesia, filosofia, astronomia ed era dotato di uno spirito cosmopolita, tanto da accogliere presso la sua corte studiosi greci, arabi, italiani ed ebrei. Il castello è aperto tutti i giorni, da ottobre a febbraio dalle 9 alle 18 e 45 e, da marzo a settembre, dalle 10 e 15 alle 19 e 45; il biglietto d’entrata costa 5 euro.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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