Il calcio è un mistero campestre, dove è difficile riconoscere le galline nostrane. Lo conosci da molti anni e da molti anni lo scrivi senza stupirti di nulla se pensi ai mutamenti che ha in se. Il Cesena Fc ha cambiato il “manico”, da Modesto è passato a Viali con la prerogativa dei dirigenti che non si tratti di gramigna, ma di buona farina.

Per diverse giornate le poderose virtù balistiche dei bianconeri tanto conclamate in società ad inizio stagione non si sono viste nemmeno con le squadre inferiori. La classifica, ma particolarmente la media-inglese, sono chiare e limpide come le acque azzurre di Lucio Battisti. Insomma il sereno è ancora lontanissimo, se pensiamo che le tre prossime sfidanti saranno in ordine Padova, Imolese e Vicenza.

La zona rossa che intimorisce chi scende in campo batte sullo scarpino romagnolo e senza una difesa arcigna, un centrocampo veloce e un attacco prolifero, rischia seriamente di avere una caria dolorosa. A meno che non ci si immagini un ripescaggio estivo per fallimento altrui.

Contro la corazzata veneta in mano all’espertissimo Mandorlini, occorre un afferrato coraggio, altrimenti, il Cesena Fc, farà fatica a spuntarla. Individualmente gli scudati hanno piedi da appoggio, disimpegno e dribbling veloce. Sanno anticipare e scavalcare l’avversario con fisicità. Sono ottimi nel gioco aereo come gli acrobati.

Viali sarà costretto a fare giocare la squadra con il baricentro basso, per poi innescare il rapporto veloce che consente di attuare il contropiede. Saranno gli scatti brucianti probabilmente a determinare il risultato di una gara da 1×2.
Una cosa è certa: conterà per l’allenatore che fa il suo esordio sulla panchina di sinistra non avere una paura fottuta.
Come sarebbe inutile fare catenaccio.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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