Il Cardinale Matteo Maria Zuppi al Meeting di Rimini 2023

Quanto c’è bisogno di un mondo che diventa amico, e anche in cui ognuno può essere amico, costruendo comunione per l’intera famiglia umana” ha esteso il cardinale di Bologna e presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi nella messa celebrata a Rimini, in apertura del 44esimo Meeting di Comunione e Liberazione per l’amicizia fra i popoli.

L’aria è inquinata da tante epidemie d’inimicizia – ha poi proseguito Zuppi –, come vi ha scritto con tanta intelligenza papa Francesco. Poi, quando uno è un po’ intossicato, non se ne rende più conto, peggio, perché vuol dire che non ci sono più i sensori. È come quando l’aria diventa tutta elettrica: tu non te ne accorgi, poi basta una scintilla perché scoppi tutto. Il nostro impegno di cristiani, figli di un Dio amico degli uomini, è perché cresca il senso dell’appartenenza ad una famiglia, ma anche all’unica famiglia umana” ha aggiunto ancora il cardinale, inviato del papa in missione di pace per far cessare la guerra in Ucraina.

A questo proposito, in favore della fine del conflitto, l’Unione europea “fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa” ha chiarito il presidente della Cei. Inoltre, “dovremmo cercare una ripresa dello spirito europeo, essere consapevoli di quanto questo sia indispensabile se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro di pace”. Zuppi lo ha detto in un’intervista pubblicata oggi da Ilsussidiario.net. “Il problema dei nazionalismi, qualunque essi siano, è che se si collocano in un respiro ampio, universale, prima o poi diventano pericolosi perché contrappongono e dividono” osserva il porporato.

Si può evitare questa prospettiva?, gli viene chiesto. “Sì, se prevale l’amore per il proprio Paese, che è fondamentale e decisivo per tutti e che dobbiamo aiutarci a difendere” risponde Zuppi. E subito precisa: “Esso però deve collocarsi nel concerto delle nazioni. Mai dimenticarsi di far parte della famiglia umana, o smettere di pensarsi all’interno di questa”. E anche le chiese ortodosse “mi auguro che sappiano essere strumento di pacificazione, e trovare vie di dialogo. È il comandamento di Gesù. Chissà che questa guerra non sia occasione di nuovo dialogo tra le Chiese, tutte le Chiese” conclude Zuppi.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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