Maurizio Zamparini è un presidente vulcanico, e questo è risaputo.
Ma la gestione del Palermo di quest’anno, verrà certamente ricordata come una delle più negative.
La squadra, infatti, era partita abbastanza bene in campionato: con Iachini il gioco era abbastanza convincente e i risultati non così negativi.
Dopo aver portato la squadra in A , proprio Iachini sembrava il tecnico che aveva tolto al presidente il famoso vizietto di esonerare l’allenatore. Pura illusione.
Ma il fatto incredibile è il licenziamento dopo una vittoria, precedente inedito nella storia del calcio: di solito vincere rinsalda le panchine, ma con Zamparini, potrebbe non bastare anche questo.
E infatti la 12 giornata, dopo la vittoria sul Chievo e i 14 punti totalizzati fin lì, un enormità data la squadra, il Palermo, quella sera emana un comunicato col quale solleva il tecnico dall’incarico.
A sostituirlo Ballardini che dura 5 partite, e viene licenziato anch’egli dopo una vittoria per aver detronato un senatore dello spogliatoio come Sorrentino.
Esonerato Ballardini è dopo qualche partita arrivato Schelotto dall’Argentina.
Con l’allenatore sud americano sembrava essere nato un feeling particolare, visto il gioco proposto nelle prime apparizioni. Poi però qualcosa si è inceppato, i risultati anche con lui stentavano e Zamparini ha deciso nuovamente di ritornare sui suoi passi richiamando Iachini.
Love story ricongiunta? Manco a dirlo, perchè dopo diverse partite Iachini è stato sollevato sull’incarico, anche se ufficialmente la società ha dichiarato “dimissioni”.
La volontà di far tornare Ballardini, congelata con un no secco da parte dell’allenatore che non accetta i continui stravolgimenti presidenziali.
E la scelta di andare sull’esperienza di Walter Novellino, a Palermo da poche settimane e già in bilico.
Voci parlavano di un esonero imminente ma Zamparini, in una nota radio, ha smentito il tutto, dicendo che la fiducia è massima nel tecnico.
Sarà la verità? L’impressione è che se il Palermo dovesse incappare in una sconfitta sonora contro la Lazio, ci potrebbero essere ulteriori scossoni.
Come se non bastasse il patron rosanero ha fomentato polemiche dicendo che se un fatto come quello accaduto a Napoli(chiaro il riferimento alla squalifica, a suo dire troppo pesante a Higuain), fosse successo a Torino o a Milano, sarebbe successo il finimondo.
I tifosi non amano molto il presidente e i suoi continui sbalzi d’umore, e cambi d’allenatore, anche perchè la squadra senza una guida tecnica fissa, non ha un’identità di gioco definita. Come finirà la telenovela Palermo? Sette giornate per scoprirlo.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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