Mi viene in mente la favola di Cappuccetto Rosso che viene catturato e mangiato dal lupo cattivo. Oppure Piazza pulita. Per due tafferugli del piffero in Abruzzo (e qui di lupl c’è ne sono, come la Lupa giallorossa e L’Aquila biancocleste), a differenza di quelli che accadono nei grandi stadi, dove le società vengono solo multate, gli ultras del Cesena vengono tutti puniti da una sentenza vergognosa; non potranno entrare in curva Mare a sostenere la squadra e peggio, nemmeno traslocare nei distinti.

Questo è il paradosso del calcio, chi ha potere lo esercita andando a scontrarsi anche contro chi merita rispetto per la sua antologia. Il mare mi ha sempre insegnato che cancella i passi, ma l’ignoranza, l’incompetenza, un metro di giudizio razionale non affogano mai.

Il Cesena come ai tempi di Viali, lo scorso anno e pure quello attuale, è stato privato da gol regolari, ammonizioni ingiuste, rigori netti negati, a discapito di campionati che avrebbero fruttato promozioni meritate, e, tutto questo per favorire senza buon principio di comportamento, gli amici di alcuni politici che sono in parlamento.

Sono molto incavolato contro quella casta di Palazzo che gode nell’indurre il cavalluccio nell’anonimato di una serie C che è come un colabrodo e rischia seriamente di scomparire. Basta con arbitri impresentabili al Manuzzi, stop ai settori chiusi, occorre equità, prima della rivolta popolare. Durante la revisione, si dia la possibilità ai sostenitori della curva di entrare nei distinti, in gioco non c’è una gogna mediatica, ma la serie B che spetta per ora alla sola capolista. Sottovalutare questa richiesta legittima significa produrre sproporzione e menefreghismo.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Redazione

 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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