Adamo abbraccia Ogunseye, l'attaccante bianconero dopo il suo gol chiude definitamente la partita al Benelli di Pesaro. Il Cesena raddoppia e vola...

Il nostro amatissimo e compianto Marco Pantani aveva un suo motto da fenomeno naturale e vero quando scalava le montagne: “Quando stacchi tutti e arrivi da solo, la vittoria ha il sapore del trionfo“.

Il Cesena a Pesaro contro la Vis, ha dimostrato ancora una volta di essere una rara bellezza di questo campionato, in un girone B dove molte concorrenti si sono spuntate e solo la sorprendente Torres sta cercando con esili speranze di tenere aperto il discorso promozione. Gli undici punti di vantaggio dei bianconeri a sei giornate dal termine, per quanto mi suggerisce la mia misera esperienza nel pallone, non fa scommettere, oggi come oggi nemmeno un goccio di rum cubano.

La squadra/e di mister Toscano, al quale manca solo di inserire il secondo portiere, sta  concludendo il proprio percorso con una straordinaria e compatta visione di gioco che anche gli Dei possono ammirare e concedere il pass per l’assoluta certezza al salto di categoria.

Io, della matematica me ne frego altamente, anche perché non sono mai stato come Archimede di Siracusa a scuola, ho sempre dedicato i miei studi al modus operandi dei grandi latini, alla cultura sociologica-sportiva, alle lettere che abbracciano la filosofia dell’essere e dell’appartenere a ciò che viviamo e osserviamo.

I bianconeri di Romagna sono come il violino di Secondo Casadei che diede un contributo fondamentale al ballo, al liscio. Capitan De Rose e compagni, tutti, nessuno escluso, in campo suonano una musica da far girar la testa con le loro ripartenze micidiali che hanno la fosfolipasi reale di un cobra, il più velenoso che uccide all’istante.

Allo stadio Tonino Benelli, i gol di Berti e Ogunseye (leggere la metamorfosi), hanno tramortito la formazione di Simone Banchieri, nonostante Bordin di Bassano (che non è il nostro Roberto del 1987), si è bevuto un bicchiere di Grappa di troppo non concedendo un rigore netto sulla mano aperta dell’ex Tonucci. Ma il Cesena, di questi tempi, non ha bisogno di concessioni extra, nelle sue corde ha sempre un suono nello spettro udibile dei suoi tifosi meravigliosi che giustamente continuano a cantare SALUTATE LA CAPOLISTA.

Aggiungo salutiamola anche in serie B per un doppio salto agli ostacoli da 100 metri alla stregua di Pietro Mennea.

Ci vediamo a Lucca pronti ad assaltare la cinta muraria della cittadella toscana, non me ne voglia il grande Giacomo Puccini, ROMAGNA MIA l’avrebbe cantata anche Lui…

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

 

 

 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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