La prima decade di luglio finisce con tutte le formazioni di Serie A al lavoro, chi già in ritiro, chi prossima alla partenza per i soliti luoghi di montagna dove, si spera, trovare un po’ di refrigerio dopo il lavoro duro; intanto impazza il mercato, con il solito giro di nomi e cognomi, ma con ancora tanta gente famosa …. a spasso, dato che è sempre più corta la lista di chi può permettersi di pagare ingaggi (e commissioni) milionari.

Volendo dimenticare per un momento il problema economico, c’è un argomento nei pensieri degli addetti ai lavori che preoccupa soprattutto allenatori e preparatori, ovvero come affrontare quella che è una novità, ovvero il Mondiale che si disputerà sulle soglie dell’inverno, con l’interruzione della stagione per più di un mese ed una successiva ripresa difficile da programmare.

Vero che in inverno si disputa periodicamente la Coppa d’Africa, ma nessun campionato importante si ferma ed il dover rinunciare ad alcuni calciatori può rappresentare certo un problema, ma non essenziale, almeno per molte delle formazioni coinvolte; un Mondiale invece è cosa diversa, specie per le formazioni europee e le “conseguenze” difficilmente prevedibili.

Disputare quindici giornate di campionato in tre mesi non dovrebbe essere un problema, ma nel frattempo chi disputa le Coppe europee dovrà fare gli straordinari, giocando ogni tre giorni, con conseguenze imprevedibili, tra infortuni, pochi allenamenti ed ancor meno tempo per recuperare; giocare un Mondiale a fine stagione è un conto, tutt’altro farlo tra il 21 novembre ed il 18 dicembre!
Poi è vero che l’Italia non andrà in Qatar, ma le nostre formazioni migliori, quanti italiani hanno nelle loro rose? Spesso ci accade di leggere le formazioni in campo e di italiani contarne davvero pochi, quando persino nessuno e se è vero che di grandi campioni, pochi frequentano i nostri stadi, è altrettanto vero che ci sono formazioni che si ritroveranno le rose ridotte ai minimi termini.

Stagione difficile, problematica come si diceva, per i preparatori, che si dovranno “inventare” soluzioni mai provate, tra partenza sprint (tra un mese inizia il campionato), sosta di fine autunno, ripartenza di gennaio da gestire sia a livello fisico che psicologico, ben sapendo quanto si spende in un Torneo qual’è il Mondiale, specie per chi arriva almeno ai quarti di finale, con partite da dentro o fuori.

Sinceramente non so quando si raduneranno le varie nazionali, ma dato che il Torneo inizia il 21 novembre e la quindicesima di Serie A si gioca il 13 dello stesso mese, i convocati saranno ancora tutti disponibili? Solitamente ci si raduna almeno tre settimane prima della partenza, ma se così fosse, che campionato sarebbe? E quanti giorni dopo la fine della partecipazione di ogni squadra si rivedranno i propri calciatori impagnativi?

Già ci ricordiamo di campionati “anomali” dopo un Mondiale, anche se le cose sono cambiate negli ultimi anni (visto il crescente divario tra le più forti e la fascia di mezzo delle protagoniste), ma nel bel mezzo della stagione, e con il freddo, davvero non ci saranno conseguenze imprevedibili da immaginare oggi? E la cosa vale non solo per le italiane, naturalmente.
certo non saranno il Verona, il Torino, la Sampdoria, dei tempi andati a vincere lo Scudetto, ma è anche difficile immaginare ci sia chi si staccherà decisamente dal lotto, con il tricolore già assegnato a dicembre, pur in mezzo a ritorni che fanno “godere” i tifosi, ma che, visti i rendimenti recenti dei protagonisti, servono solamente a certifica il decadimento del nostro calcio, che ha saltato gli ultimi due Mondiali, ma Conference a parte, non vince una Coppa “seria” dal 2010 e spessissimo non va oltre i quarti (quando non gli ottavi) di finale e non certo contro le big d’Europa.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui