Vingegaard nuovo re del Tour de France

L’edizione 2022 del Tour de France è stata un vero spettacolo, sotto l’aspetto prettamente sportivo, ma anche per gli episodi che resteranno nella storia perenne della Grande Boucle, su tutte quella stretta di mano con cui Tadej Pogacar ha ringraziato Jonas Vingegaard, che l’ha atteso dopo la caduta in discesa nella tappa che portava ad Hautacam.

Pogacar e Vingegaard, Vingegaard e Pogacar, loro, il loro duello, ha infiammato la corsa gialla, già calda di suo viste le temperature “infernali” affrontate dai corridori, che però non hanno fatto che dare spettacolo, su ogni tipo di percorso, con un consumo eccezionale di borracce, pari solamente alle emozioni regalate agli sportivi.

Pogacar, vincitore delle ultime due edizioni, partiva giustamente con i favori del pronostico, forte inoltre della consapevolezza di non avere punti deboli; pianura o salita, crono o volate, tutto fa parte delle caratteristiche del giovane campione e se poteva esserci qualche perplessità, questa poteva essere individuata nella sua squadra, visto che il Team UAE, qualche lacuna l’ha sempre avuta.
Si contava però sulle doti innate di Tadej, fisiche ma pure di strategia, quell’intelligenza tattica che gli ha permesso di vincere tanto, anche contro tutto e tutti.

L’avversario più pericoloso era individuato nel ” solito” Primoz Roglic, leader di una Jimbo-Visma presentatasi al via come un vero e proprio squadrone, e bastava leggere i nomi per capirlo: Vingegaard (secondo al Tour 2021), Van Aert, Kuss, giusto per fare qualche nome.

E come dimenticare la Ineos di Geraint Thomas? Il Team inglese non sarà più la formazione pigliatutto dei tempi Sky, ma è sempre una formazione di primissimo piano, magari quello capace di “sistemare” due …. litiganti.
Poi è iniziato lo spettacolo, ventuno tappe in cui mai ci si è annoiati, mai sono mancate fughe e rincorse, sorprese ed incidenti; con una media oraria degna delle più belle ed importanti corse di un giorno, quasi come tutto finisse tagliato il traguardo ed il giorno successivo non si ripartisse nuovamente a tutta.

Pogacar ha dato spettacolo, al pari di Lampaert, Van Aert, Vingegaard e tutti gli altri, magari facendo un po’ il guascone, volendo vincere, conquistare pochi secondi, anche quando la “ragione” avrebbe consigliato un po’ di prudenza, di risparmiare le forze.
Nessuno può dire se le cose sarebbero andate diversamente, ma Vingegaard ha ribattuto colpo su colpo, approfittando alla grande dei momenti di calo dell’avversario, con l’aiuto dei compagni, soprattutto di un Van Aert che è stato regista di un trionfo, colui che su ogni terreno ha dettato strategie e comportamenti della Jumbo, anche quando Roglic ha dovuto ritirarsi per le conseguenze di una bruttissima caduta.

Forse, come dice il suo allenatore, Wout non ha il fisico di chi può vincere un grande Giro, però è assolutamente indiscutibile sia un fenomeno, il vero dominatore di una corsa che non ha vinto, ma ha “deciso” con un talento impareggiabile!
Jonas Vingegaard ha conquistato il giallo di una corsa splendida e spettacolare, probabilmente uno dei Tour più belli ed emozionanti della storia; ha battuto Pogacar senza mai perdere una pedalata, senza mai rispondere agli attacchi del grande sloveno, ma con un ringraziamento per la sua formazione ed il più grande dei suoi compagni, Wout Van Aert.

Il ciclismo è in una fase veramente splendida, con campioni giovanissimi che sanno battersi su ogni terreno e sottoposti a controlli un tempo neppure pensabili; i materiali, gli allenamenti, la scienza, sono componenti fondamentali, ma è indubbio che serva il talento e siamo di fronte ad una generazione in cui il talento è presente in dosi massicce ed in tanti di coloro che sono e saranno protagonisti di uno sport spettacolare, amato dalla gente proprio perché capace di regalare EMOZIONI!

IL Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty Image

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

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