Nel 1954 il grande regista Steno ebbe lo sbuzzo di chiamare come primo attore Alberto Sordi per interpretare UN AMERICANO A ROMA.
La storia è il pretesto per realizzare una forte satira nei confronti di chi ha mitizzato in maniera estrema l’America attraverso un’immagine stereotipata.
Tra le varie disavventure che Nando ha nel corso del suo film resta memorabile la scena della sua “guerra” al maccherone che la mamma, da brava donna italiana, ha lasciato al figlio esterofilo. Il giovanotto prima disdegna la pasta ma poi vi si accanisce con sano e vigoroso appetito a dimostrazione di quanto siano insulse le mode “estere” e quanto sia preferibile invece continuare a vivere secondo le buone anche se antiche” abitudini italiane.

Il personaggio costruito da Alberto Sordi non era dissimile come look da molti giovani che era facile trovare in giro per l’Italia: jeans, maglietta aderente, pettinatura alla “Marlon Brando”, atteggiamento sbruffone.
La satira della pellicola si spinge anche verso gli americani stessi che, benché mitizzati all’estremo come “salvatori” di fatto non fanno che risultare maleducati, arroganti e antipatici anche se il tenero Nando non riesce ad accorgersi della natura autentica di questi individui.

Oggi, se avessi il merito, oltre che lo studio approfondito del regista, per ricevere a Cesena l’avvocato Robert Lewis, metterei a lui vicino intorno ad un tavolo con sopra cinque chili di tagliatelle al ragù romagnolo, il mitico tifoso CECCA-CECCA. Il motivo è molto semplice e, quasi appare come una profezia a distanza di sessant’anni. CECCA-CECCA, ogni volta che entrava in tipografia per fare un saluto umoristico diceva sempre: “Costa hai un dollaro”, poi se ne andava all’antistadio con il suo Milani rosso per ripetere lo stesso ritornello a Dino Manuzzi, ai calciatori che incontrava… A forza di chiedere dei “dollari americani” che metteva nei calzini, alla notte se ne andava al night Salima di Cesenatico per godersi uno spogliarello e poi magari ubriaco fradicio dormire sul ciglio della strada del ritorno.

Sabato sbarcherà con tampone e vaccino a Cesena un americano residente a Manhattan, quel signore distinto alla Robert, per accorciare i tempi sulla firma del contratto e rilevare la maggioranza della società bianconera davanti al notaio con tre passi all’indietro del traghettatore Patrignani. Con Lewis che rileverà immediatamente il 60% con un bonifico in arrivo di 1,8 milioni di euro, il cavalluccio, conoscerà da vicino il sesto presidente della sua storia. Con questo alzamento di Bilancio, il cda attuale sarà completamente smontato ed entro martedì venturo se ne formerà un altro con una compagine di soci completamente diversa.

Sta per iniziare una nuova era per il Cesena dalle tante stelle (sono ben 55 sulla bandiera americana che rappresentano gli stati Usa). Ai cittadini di Cesena, ai tifosi, ne basterebbe una sulla maglia a distanza di una seria programmazione sportiva. Se il Verona di Osvaldo Bagnoli ha potuto sognare per il suo unico scudetto, da domani con l’avvocato newjorkese tutto sarà possibile, compreso il nuovo inno ad inizio di ogni partita con la voce di Frank Sinatra che canta MY WAY che tradotto significa A MODO MIO.

Salutiamo con il nostro benvenuto Lewis, la certezza è quella che tornerà a Manhattan dopo l’affare calcistico nelle saccocce, con 100 kg di piadine sottovuoto… e, dove le mangia se non a Cesena… vuoi mica paragonarle agli Hot Dog gonfiabili, figuriamoci di questi angusti sapori se n’è accorto pure Robert De Niro dopo che è rimasto al verde per colpa della moglie!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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