Sono stato, per circa trent’anni, Presidente di Seggio nella città dove sono nato e risiedo. Ricordo quando mi assegnarono la prima destinazione, era un seggio in zona periferica e aveva tra i votanti un migliaio di militari che si presentavano ad orari cadenzati, sempre e tutti alla smessa lavori, con il risultato di intasare per almeno un paio d’ore le operazioni di voto, anche perché erano tutti da riconoscere visto che i componenti del seggio provenivano da altri quartieri. Dopo qualche anno di noviziato, chiesi di spostarmi in un seggio più tranquillo e fortuna volle che se ne fosse liberato uno in zona collinare, che tra l’altro era il più piccolo della città.

All’epoca in cui giunsi per la prima volta a Tessello, il segretario era un amico capace ed estremamente scrupoloso, così come lo fu mio cognato, che prese il suo posto quando sposandosi trasferì la residenza in altro Comune. La struttura era una vecchia scuola elementare, trasformata col tempo in Centro Sociale ad uso degli abitanti della zona, spesso in su con gli anni e bisognosi di controlli medici ma anche di momenti di svago e socializzazione. L’inizio delle operazioni di voto, alle 7.00 precise, era scandito dal canto di un gallo loco proveniente da Barcellona che avevo soprannominato “Carreras”, per le sue doti canore esibite per almeno tre ore, con brevi pause di qualche minuto tra un vocalizzo e l’altro.

A pochi metri dal cancello d’ingresso c’era un noto ristorante gestito da un nostalgico che esponeva in bella vista sul bancone il busto del “crapa pelada” e da sua moglie, che era la titolare il cui nome proprio, Adis, era di ispirazione patriottica, in uso dalla metà degli anni 1930, con l’inizio della campagna d’Africa. Il cibo non era affatto male, anche in considerazione del fatto che all’ora di pranzo le alternative raggiungibili in pochi minuti erano praticamente nulle. Ricordo che era presente anche un distributore a moneta, due euro, che al posto del giocattolino per bambini elargiva una pallina trasparente che conteneva uno sfavillante perizoma di fattura asiatica, ovviamente a taglia unica, magari non di taglio pregiato, ma comunque perfetto per la spiaggia. Certo, se lo avessi notato a Riccione in Viale Gramsci, davanti al Bar Casablanca, non mi avrebbe di certo stupito.

Quella storica prima volta a Tessello, ho avuto il piacere di conoscere due scrutatori a fine carriera, settant’anni è il limite massimo oltre il quale non è più possibile svolgere l’incarico, che hanno reso le operazioni molto più veloci essendo loro del posto e quindi garantendo di fatto l’identità della quasi totalità degli iscritti. Mario e Luigi, che dio li abbia in gloria, erano la tipica strana coppia che assieme formavano un duo di cabaret degno del Derby Club, dove il primo era la classica spalla d’appoggio alle sagaci battute del comico il quale, pur avendo seri problemi di vista ad un occhio, non sbagliava una virgola quando si trattava di controllare le schede da scrutinare. Luigi poi sosteneva che dalla finestra della sua camera da letto, munito di telescopio di ultima generazione, vedeva le bagnanti prendere il sole nelle barche esclusive ormeggiate a Portoverde e questo era un momento di alta poesia visiva. Luigi era molto più riservato ma bastava che partisse con il primo calice di Sangiovese, da lui prodotto, per trasformarlo in una macchina da guerra.

Era sordo a tal punto da non sentire la sveglia nonostante suonasse su di un piatto di metallo ma grazie al suo rimedio “Tutta salute”¹ contro l’invecchiamento, in settant’anni non aveva mai avuto malanni invernali né problemi di alcun tipo. Nel 2021, dopo trent’anni, ho lasciato il mio incarico di Presidente, ma nella geografia del mio cuore, Tessello resterà sempre una meta nel mio lento girovagare e ogni volta che ci torno, ho sempre il desiderio che, come il villaggio di Brigadoon, scompaia per cento anni per preservarlo dal mondo moderno e maligno. Oggi la struttura che ospitava il Seggio n. 61, via Tessello, 6575 – 6579, è tra gli immobili inseriti nel piano “alienazioni” 2023. Sipario!

1= Ingredienti rimedio” Tutta salute”: 24 spicchi d’aglio,1 litro di vino rosso di quello buono.

Preparazione: Innanzitutto tagliare ogni spicchio di aglio in quattro parti per poi mescolarli al mezzo litro di vino rosso in una bottiglia di vetro. La bottiglia deve chiudersi molto bene e va conservata per due settimane in un luogo esposto alla luce diretta del sole. Durante le due settimane scuotete la bottiglia ogni giorno, due o tre volte. Infine filtrate il liquido e versatelo in una bottiglia scura per conservare il rimedio e berlo tutti i giorni.
Dosi: bere un cucchiaio di questa bevanda tre volte al giorno per un mese intero. L’ideale sarebbe utilizzare questo rimedio almeno due volte all’anno.

A cura di Marco Benazzi – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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