Il mio nome è “OROBIONDO” e sono un vino Prosecco della tenuta “Everardo Grillini” di Sant’Urbano di Langres. La tradizione lunare consiglia di imbottigliare al primo quarto, in fase di luna crescente, per ottenere vini frizzanti, e infatti io sono stato imbottigliato il 24 gennaio 2023. Mi trovo all’interno di una bottiglia borgognotta Evolution 750 uvag chiusa ermeticamente – utilizzando una tappatrice adibita alla sigillazione di bottiglie, dotata di ganasce in resina – da un tappo di sughero agglomerato, con una consistente rondella in sughero che andrà a contatto con lo spumante, e sono in attesa che il destino si compia.

Ora mi trovo su di una scaffalatura, nel reparto vinoteca, di un noto discount tedesco che pare abbia contribuito in maniera consistente a cambiare il modo di fare la spesa. Avrete già capito che non appartengo alla categoria dei vini spumanti che hanno partecipato all’ultima edizione del “Challenge Internazionale Euposia”, che si svolge secondo le regole del Grand Jury Européen, nei pressi di Verona, organizzato come sempre da Euposia-La rivista del vino, ma a quella dei vini modesti, ed è risaputo che per ottenere ottimi spumanti occorre partire innanzitutto da un buon vino di base, curando al massimo l’uva nel vigneto.

Non è il mio caso, infatti il prezzo inferiore a 3 euro mi spinge a pensare che chi mi acquisterà, apparterrà alla categoria di chi ogni giorno deve spaccare il cecio con il fagiolo, e nell’attesa che il cliente mi acquisti, provo a creare un suo ipotetico identikit. Mi immagino un uomo sulla cinquantina che risiede, assieme ad un fratello invalido, in una casa popolare ereditata dai genitori, e si sostiene anche grazie al sussidio introdotto nel 2019 per contrastare la povertà e l’inclusione sociale. Svolge qualche lavoretto che gli amici gli procurano, anche grazie al fatto che possiede una spiccata manualità, ha una piccola cantina che ha adibito a tavernetta dove spesso si rinchiude per ritrovar sé stesso con l’ausilio di buona musica e cinema d’autore, non ha una relazione sentimentale stabile, da qualche mese ha smesso di fumare e non beve mai superalcolici.

Sono certo che mi acquisterà in uno dei giorni immediatamente successivi al Natale, tenendomi in fresco per la notte di Capodanno. E così, quando uscirò dal negozio all’interno di una sportina di cartone che condividerò con arachidi, pistacchi, patatine fritte e popcorn, di lì a poco mi ritroverò nello scomparto dedicato alle bottiglie di un mini frigorifero di una capacità massima di 88 lt. e una classe energetica F, e lì resterò in compagnia di un paio di limoni, un vasetto di marmellata all’arancia amara e tre uova, fino a qualche minuto prima della mezzanotte. Per l’occasione, l’ipotetico cliente, prenderà il coraggio a due mani e inviterà la signora Dalia, la vedova del secondo piano, ad aspettare l’arrivo del nuovo anno, con una maratona di film a tema: da “Un amore splendido” a “L’appartamento” passando per “Harry ti presento Sally”, e quando Il conto alla rovescia, come ogni anno, tornerà protagonista, una pressione di circa 6 bar spingerà il tappo e una parte di me, fuori dal balcone lasciando alla nuova coppia circa 4 flûte a testa che sorseggeranno distesi sul divano, uno accanto all’altro sotto ad una coperta di pile, felici d’aver arginato la sofferenza di una disconnessione sociale di nome solitudine.

E vissero felici e contenti, anche se, com’era prevedibile, avevo un certo “sentore di tappo”.

A cura di Marco Benazzi – Foto Imagoeconomica

Editorialista Benazzi Marco

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