Ognuno di noi ha conosciuto da vicino o visto da lontano tragedie che hanno toccato profondamente il nostro cuore.

Tra i miei ricordi che mi attacco’ visimanete allo schermo della Tv in bianco e nero, la morte lenta di Alfredino, caduto in pozzo artesiano con la disperazione dei familiari, ma anche del nostro Capo dello Stato Sandro Pertini piangente. Per salvare quella piccola anima innocente furono dispiegate intorno al buco nero per tre giorni vigili del fuoco, ingegneri e coltivatori terrieri.

Qualcosa andò storto e il corpo di Alfredino venne recuperato senza che il suo battito cardiaco continuava a pulsare.

Ci sono state altre tragedie negli anni di bambini morti, come quelli siriani, ma poi dimenticati in un ossario comune, dove le anime si sprigionano e cercano almeno la via del Paradiso.

A, otto anni di distanza un‘altra notizia che ha toccato i miei sentimenti è quella di Alan Kurdiun bambino siriano di tre anni, di etnia curda di Siria, divenuto un simbolo della crisi europea dei migranti dopo la sua morte per annegamento con l’iconica foto scattata al ritrovamento del suo corpo senza vita su una spiaggia.

Davanti a questi fatti di cronaca nera, ne parlavo con il nostro editorialista Marco Benazzi, ci sentiamo tutti impotenti.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Repertorio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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