“Ho sempre pensato che, laddove c’è un protocollo e laddove il protocollo viene rispettato con rigore e severità, il rischio di contagio è estremamente basso. Quindi su questa misura”, quella della chiusura di bar e ristoranti alle 18 prevista dal nuovo Dpcm anti Covid-19, “non sono pienamente d’accordo anche se poi la decisione viene presa sui dati, guidata da un Comitato tecnico scientifico”. Lo ha spiegato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ad ‘Agorà’ su Rai 3. Il viceministro si è detto “perfettamente d’accordo con la professoressa Viola”, l’immunologa dell’università di Padova convinta che non abbia senso chiudere a caso, e che invece le chiusure andrebbero definite in base ai dati relativi all’andamento dei contagi nei vari luoghi di aggregazione.

“I dati dovrebbero essere in possesso chiaramente del Cts – ha confermato Sileri – Andrebbero analizzati per ogni tipo di categoria, dal trasporto alle palestre ai ristoranti, e in base ai dati, laddove vi è un rischio di contagio documentato, lì è chiaro che serve una chiusura”. “Con la professoressa Viola mi sento molto spesso – ha aggiunto il viceministro – e anche nei giorni scorsi ho detto ‘spero non chiudano'” bar e ristoranti “perché lì, come nella scuola, il rischio di contagio è basso” se le regole vengono rispettate. “Sono molto più preoccupato dei contagi che avvengono in ambito familiare, è quello il vero problema” secondo Sileri.

A cura di Elena Mambelli – Foto Imagoeconomica

Nella foto in alto: PIERPAOLO SILERI VICEMINISTRO DELLA SALUTE

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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