Il Novara riesce a dare il colpo di grazia al Cesena con un goal nella ripresa da parte del subentrato Maniero. L’unica rete della partita fa scaturire tanta rabbia in casa bianconera dopo che Dalmonte e Laribi nella prima frazione hanno avuto l’opportunità di sbloccare il punteggio e di mettere in soggezione i padroni di casa.
La partita alla fine l’ha vinta l’ex Di Carlo anticipando tecnicamente le mosse di Castori, che solo dopo lo svantaggio, decide di inserire Chiricò e Cacia, ma per l’assalto conclusivo decisamente incolore e per nulla incisivo.
La sconfitta in Piemonte è pesante tanto da inchiodare in croce il cavalluccio sul basso palo della retrocessione diretta. Sarebbe come la fine del mondo per il popolo bianconero accettare tale posizione della squadra a fine stagione e, soprattutto, con quell’allenatore, che a Lumezzane riuscì a compiere un miracolo facendo girare la pesante ruota del sepolcro. Solitimante chi risorge, poi non puo’ morire di nuovo ed è proprio per questa teologia cristiana che il Cesena deve farcela, rimanendo in vita benchè fosse anche sospesa sopra le nuvole.
Da questa sera però proprio le nuvole sono nere sulla città malatestiana, fino al punto, che il cero pasquale non si nota nemmeno in lontanza. E’ buio pesto in ogni via, perchè tutti sanno che adesso la società del Cesena ha una croce pesante sopra le spalle!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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