È sicuramente uno dei sequestri più imponenti degli ultimi mesi, un “pugno in faccia” al made in Italy che faticosamente cerca di riemergere dagli anni della pandemia e della crisi del conflitto russo-ucraino: articoli contraffatti che se venduti sul mercato anche in forma parallela, avrebbero fruttato fino a 25 milioni di euro.

19 milioni di pezzi in un immenso magazzino della capitale romana. Nelle scatole – ordinatamente archiviate sugli scaffali – anche falsi occhiali, borse, maglie, marchi noti come – da quanto filtra – Gucci, Fendi, un copione già visto ma questa volta, la quantità è davvero impressionante.

I baschi verdi di Roma hanno prima “battuto a tappeto” i punti vendita al dettaglio ed i depositi all’ingrosso, poi – così durante l’inchiesta – individuato in 13 esercizi commerciali (quindi negozi) 125mila prodotti che avevano in etichetta i marchi contraffatti di famose case produttrici. Il resto del sequestro (18 milioni di pezzi), sono accessori per la casa, “la persona e l’ufficio”, dove gli standard non conformi alla normativa, li rendeva “potenzialmente pericolosi per la salute degli acquirenti”.

Denunciate 15 persone – tutte di origine cinese – per il reato di introduzione nello stato di prodotti recanti segni e marchi contraffatti. Altri tre, sono stati invece segnalati – in via amministrativa alla Camera di Commercio – per violazioni al “codice del consumo”.

A cura di Elena Mambelli – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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