Dopo le rivelazioni a singhiozzo dell’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona (per il quale sono già partite le prime querele per diffamazione aggravata), si sta allargando a macchia d’olio l’inchiesta della Procura della Repubblica e Squadra Mobile di Torino sulle scommesse effettuate su piattaforme illegali.

È guerra aperta contro un nemico invisibile che si muove in un mondo difficile da individuare e totalmente sconosciuto al fisco. Il mercato delle scommesse illegali online vale 18,5 miliardi di euro l’anno – secondo le stime dell’industria italiana regolata – nonostante le azioni e i controlli del Mef (Ministero dell’Economia e Finanze) e i blitz delle procure di mezza Italia. Il caso, che ha coinvolto anche alcuni calciatori italiani, è solo la punta dell’iceberg di un sistema in continua evoluzione. Gli esperti del settore ci hanno spiegato che il “mercato nero” è sempre e soltanto anonimo, sui siti offshore le giocate non sono tracciate da Sogei (Società generale d’informatica) né sono segnalate alle autorità anti riciclaggio, con la possibilità di incassare in denaro contante le vincite attraverso i promotori sparsi sul territorio.

I luoghi in cui si raccoglie questa valanga di denaro sono stati per anni un vero e proprio “porto franco” per i giocatori, con transazioni in contanti che hanno eluso le normative sul riciclaggio.

Le cose, comunque, stanno per cambiare. Sentendosi il fiato sul collo degli investigatori, tracciati dalle banche e controllati dall’Agenzia delle Dogane, i “signori, dell’illegale, si stanno sempre più affidando alla tecnologia. Stop a locali costosi e troppo appariscenti, basta con il sottobanco nei luoghi autorizzati e con i computer nascosti nei bar, ora è il momento degli smartphone e degli Ipad, gestiti in prima persona da personaggi, senza licenza, legati alla criminalità organizzata.

La scommessa telefonica attraverso whatsapp, telegram o altri sistemi virtuali ancora più sicuri, è oramai il modo operativo per chi organizza le puntate e per chi le raccoglie. Avvengono sempre rigorosamente in contanti, in cambio di una cospicua commissione sull’incasso. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) hanno inibito l’accesso, sul suolo italiano, a quasi 10.000 siti di gioco, oltre 500 in più dello scorso anno. Purtroppo la battaglia è ancora lunga.

In un sondaggio il 72% dei cittadini italiani intervistati ha chiesto l’adozione di leggi più severe nei confronti degli scommettitori illegali. Di contro, come le droghe e l’alcol, anche la ludopatia – che non è un problema solo del calcio – è uno di quei demoni che ti possono distruggere. Sono errori e debolezze individuali e per questo i giovani vanno aiutati.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto ImagoEconomica 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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