Poche mimose quest’anno, e tanta, tanta protesta. Con un balzo nel tempo direttamente agli anni ’70, le femministe si riprendono la scena, nazionale e internazionale e indicono uno “sciopero globale” domandando l’adesione alle svariate sigle sindacali.

Oggi è una giornata tutta dedicata ad assemblee, cortei, astensione dal lavoro, fuori e dentro casa; oggi, si scende in piazza contro le discriminazioni e la violenza che ogni anno uccide più di cento donne.

L’appello delle femministe non è rimasto inascoltato e le sigle di base e la Flc Cgil hanno risposto positivamente, confermando uno sciopero generale di 24 ore che interesserà trasporti locali, ferroviari, aerei, scuola e sanità.

Le dimensioni di questa protesta sono davvero notevoli, basti pensare che è stata lanciata in Argentina e che riguarderà non solo l’Italia ma anche altri 40 Paesi. Sono invitate a partecipare lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, disoccupate, casalinghe e studentesse. E le forme potranno essere molteplici: non solo l’astensione dal lavoro e dalla cura (della casa, dei figli), ma anche modalità alternative come lo sciopero bianco, l’astensione dal consumo, l’adesione simbolica, il picchetto, lo sciopero digitale.

Per esempio, a Roma, in mezzo alle tante iniziative, è previsto anche un presidio delle lavoratrici di Almaviva contro i licenziamenti, una manifestazione contro la Buona Scuola davanti al Miur e un’altra davanti all’Università La Sapienza e un corteo, che partirà nel pomeriggio dal Colosseo e arriverà a Trastevere.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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