Nel mercato calcistico appena chiuso non sono mancati alcuni importanti colpi, nonostante tutto, ovvero le problematiche ben note, sono arrivati calciatori che hanno suscitato l’interesse (e le speranze) di media e tifosi, spacciati tutti come campioni, come grandi colpi, sarà il campo a dare i giusti parametri di giudizio.
Quelli che invece i campi italici non li calpesteranno più, se non in scontri europei, sono i due che dall’Italia se ne sono andati, un po’ frettolosamente e dopo aver espresso le solite frasi d’amore per le rispettive maglie; i due più forti calciatori che abbiano calcato nelle ultime stagioni i nostri verdi prati: Cristiano Ronaldo e Romelu Lukaku, con il primo che però non è riuscito in quello che era il maggior motivo per cui era stato chiamato alla Juventus, vincere la Champions, mentre il secondo è stato tra gli interpreti principali del ritorno dell’Inter alla conquista del tricolore.
Di entrambi si è molto parlato e molto si parlerà ancora, perché perdere due campioni non è mai bello, anche se oggi se ne critica il comportamento al momento dei saluti, o meglio, di quelli che sono stati saluti frettolosi, quasi da fuggiaschi che non vedevano l’ora di andarsene ….
Mancanza di rispetto, soprattutto verso i loro ex tifosi che tanto li hanno amati? Forse sarebbe il caso di calarsi tutti in quella che è ormai una realtà assodata, ovvero che si può avere rispetto per la maglia, ma amarla …. è diventata una parola grossa; probabilmente più per CR7 che per Lukaku, ma è ormai tempo di sostituire il “vai dove ti porta il cuore” con un ben più oggettivo “vai dove ti portano il portafogli ed il tuo agente”, qualunque sia la maglia, indossata e/o da indossare.
Leggo che tra gli appunti rivolti c’é quello di non aver indetto una conferenza stampa d’addio, ma per dire cosa? Le solite melense e trite parole che sono vere quanto l’oro placcato? Suvvia, anche qui è ora di crescere, di considerare che la maglia vale per i tifosi e …. basta!
Facciamocene una ragione cari signori, il calcio oggi è questo e sarebbe ora di continuare a tifare per la maglia, meno per chi ci sta dentro, tanto il giorno in cui arriva un’offerta “congrua”, chi si batte il petto e bacia il simbolo che indossa, è pronto a baciarne un altro immantinentemente, senza nessun problema.
CR7 è ormai più un’azienda che un calciatore e la Juve vale il Rocca Cannuccia, basta lo si paghi a peso d’oro, il resto conta poco; per Lukaku non siamo ancora a questo punto, ma pure lui guarda più all’io che al resto e, con tutto il rispetto, è tornato in Inghilterra, terra dove la Nazionale è quel che è, ma la Premier non ha eguali, anche in quella che è la visibilità internazionale.
Quindi, di cosa stupirsi? Due campioni se ne sono andati, anche alla chetichella, come tanti altri “signori nessuno” che annualmente arrivano e partono senza che neppure ce ne accorgiamo; la differenza sta nel nome? O magari insieme al nome ci mettiamo anche altro?
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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