Cambiano i tempi, gli allenatori, i calciatori, ma quando l’Italia ricomincia da vincente, il risultato è sempre …. deludente.

Pareggiare in casa contro la Bulgaria se non è un flop, ci va molto vicino e pure se ci sono partite “segnate”, non si può certo considerare questo 1-1 casalingo tra le imprese da ricordare degli azzurri, pur con tutte le eccezioni del momento. La condizione infatti non è ovviamente al massimo, due giornate di campionato non bastano per essere al top della condizione, anche se la Bulgaria non può certo essere considerata tra le avversarie che vanno prese con le “molle”!
Certo Mancini lo sapeva bene che ci sarebbero state delle difficoltà, dei problemi, ma forse anche lui qualche errore l’ha fatto, schierando Florenzi, ad esempio, arrivato al Milan negli ultimi giorni di mercato e non certo in forma smagliante. Il DT azzurro ha però visto i suoi in allenamento e quindi credo modestamente che qualche colpa la si debba attribuire anche a lui.
Poi il discorso si sposta sull’attacco, o meglio, su quello che dovrebbe essere il bomber azzurro, ovvero Ciro Immobile; qui il discorso sembra diventare quello del dottor Jekyll e mister Hyde.
Immobile pare avere una doppia personalità, goleador in biancazzurro, centravanti dalle polveri bagnate in maglia azzurra; dipenderà da schemi e compagni? Eppure che il mister sia Inzaghi o Sarri, le reti arrivano a grappoli, mentre quando è l:ora di Mancini, la differenza è come tra il giorno e la notte ….
La qualificazione a Qatar 2022 non è, al momento, in pericolo, ma bisogna che l’Italia si svegli, sin dalla trasferta svizzera, per non ripetere l’obbrobrio di Russia 2018, quando il mondiale in televisione non lo abbiamo visto “solo” noi tifosi, ma anche i nostri campioni del pallone. L’Italia non si smentisce ed anche questa volta dopo un trionfo arriva una mezza delusione, il brutto è semmai che questa volta non è un’amichevole, più o meno di lusso, a darci una delusione, ma una partita per le qualificazioni Mondiali, e contro avversari non certo di prima fascia.
Quel che è stato ormai non si cambia, basta non insistere, ricordandosi di Wembley e che, come scritto dopo il successo europeo, il difficile non era ieri, ma domani.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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