VLADIMIR PUTIN KIM JONG-UN JONG UN LEADER COREA DEL NORD

Sono a proporre le considerazioni emerse da una intervista rivolta all’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ex Commissario europeo e oggi presidente dello “Iai”, l’Istituto affari internazionali, che mette in luce, con un certo astio, i rapporti che intercorrono tra il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e il Leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-Un.

La sua prima battuta: “Per Putin è clamoroso dover chiedere munizioni alla Corea del Nord. La Russia, che era considerata una delle massime potenze militari, è costretta a rivolgersi a un Paese paria per ottenere i proiettili che non ha. Significa che la Russia non ce la fa più, ha bisogno di forniture dall’esterno. I droni iraniani non bastano. I calcoli dei militari erano sbagliati. C’è carenza di mezzi e di equipaggiamenti. Russia e Corea del Nord sono due paesi in evidente difficoltà per motivi diversi, indeboliti e poco credibili sulla scena internazionale. Trovano un punto d’incontro, nel loro isolamento, sulla base di uno scambio di favori e concessioni reciproche: le tecnologie missilistiche e spaziali dalla Russia in cambio di munizioni ed eventuali armamenti dalla Corea del Nord. Kim ha interesse a dimostrare che la sua economia non dipende soltanto dalla benevolenza della Cina, la quale tiene in piedi la Pyongyang in chiave antiamericana. Quanto all’interesse di Putin, è rafforzare lo schieramento antioccidentale.”

In merito alle problematiche relative alla guerra con l’Ucraina, afferma: “Le forniture che Putin può ottenere non sono in grado di modificare il corso del conflitto: un po’ di munizioni, qualche cannone non fanno la differenza, vanno a sostituire munizionamento e cannoni già consumati.”

Sugli scenari del Pacifico e la posizione della Corea del Nord, tiene a precisare: “Questo è l’aspetto più pericoloso. L’incontro tra Putin e Kim potrebbe avere un impatto anche a breve e medio termine. La Corea del Nord ha un programma ambizioso, probabilmente è in possesso di testate nucleari e sappiamo che ha una dotazione di missili balistici a corta, media ma anche lunga gittata, e che sta sviluppando i sistemi di trasporto di testate nucleari per migliorarne l’operatività. Kim è interessato al programma di satelliti per uso militare. Non conosciamo i dettagli degli accordi, è impossibile fare previsioni, ma immaginare che la Corea del Nord possa migliorare le proprie capacità in missili balistici o satelliti è inquietante e preoccupante.”

Relativamente all’isolamento di Mosca e Pyongyang, sottolinea senza esitazione:”L’Occidente ha avuto successo nel definire una propria strategia di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, ma non nel coinvolgere il Sud globale. Ci dovremmo confrontare per migliorare il rapporto con questa parte di mondo che non si riconosce nei nostri valori. D’altra parte, Putin è riuscito a evitare condanne esplicite e che altri Paesi del terzo mondo si associassero nel fornire assistenza all’Ucraina, ma di fatto il massimo che ha ottenuto è una benevola astensione all’Onu. Iran, Corea del Nord e Venezuela possono avere una posizione più netta pro-Russia, ma non sono in grado di spostare gli equilibri in termini di assistenza militare o anche di solidarietà politica.”

Sul fatto che il Presidente USA Biden ha promesso l’invio di missili a lungo raggio Atacms, ha sottolineato: “Gli Atacms potrebbero essere decisivi e arrivare anche sul territorio russo. La linea occidentale e americana resta quella di assistere l’Ucraina con tutti i mezzi possibili per consentirle di difendersi finché non deciderà che vi siano le condizioni per avviare un negoziato. Più di una corsa al riarmo, parlerei di prosecuzione di una promessa fatta all’inizio della guerra, che ha consentito all’Ucraina di difendersi anche se con sacrificio enorme di vite umane e mezzi. La Russia oggi è alle corde.” 

Su un eventuale negoziato a breve si è così espresso: “È ancora lontano, non vedo le condizioni anche solo di un cessate il fuoco concordato o un armistizio di tipo coreano. La controffensiva ucraina procede lentamente, ma qualche risultato comunque lo sta ottenendo. E Putin non può rinunciare alla pretesa che i territori annessi siano restituiti o sottoposti a un regime di autonomia internazionalmente garantita. Quello che ci si può augurare da occidentali è che l’offensiva ucraina abbia più successo possibile o che il conflitto si riduca d’intensità con le piogge, il freddo e cattivo tempo che presto rallenteranno le operazioni sul terreno.”

In merito alle prossime elezioni presidenziali negli Usa, ha concluso la sua dissertazione affermando. “Questo è il tema più delicato, non è un caso che Putin abbia detto che Trump è un perseguitato politico. Putin si augura che Trump torni alla Casa Bianca. Bisognerà vedere prima di tutto come andranno le elezioni. Da Biden possiamo aspettarci una continuità nella linea sulla guerra in Ucraina. Se invece dovesse prevalere Trump o un repubblicano, potrebbe esserci un aggiustamento in corso d’opera. Ma alla fine non credo che ci saranno troppi cambiamenti, se consideriamo che anche le minacce di Trump alla Nato all’atto pratico non furono mai concretizzate.”

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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