La vicenda del petrolio in Basilicata ha travolto anche il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, che ha presentato le proprie dimissioni con una lettera formale inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che al momento si trova ancora negli Usa.

Il ministro auspica inoltre che si faccia “piena luce” sull’intera vicenda. “Caro Matteo – si legge nella lettera – sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunitĂ  politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso paese”.

Le dimissioni di Guidi sono giunte nella stessa giornata nella quale le inchieste sulla gestione dei rifiuti liquidi prodotti dal C.O.V.A. (Centro Olio Val d`Agri) di Viggiano, in provincia di Potenza, hanno portato a cinque arresti ai domiciliari a carico di funzionari e dipendenti dell’Eni, con 37 indagati.

Sono due i filoni dell’inchiesta: uno per reati ambientali e il secondo, denominato “Tempa Rossa”, che ha consentito di scoprire un “ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare caratterizzato da tutta una serie di reati contro la pubblica amministrazione”. Questo è quanto hanno affermato gli inquirenti, che hanno anche reso noto come siano emerse alcune intercettazioni che coinvolgano l’imprenditore e compagno del ministro Guidi, Gianluca Gemelli. In una telefonata Federica Guidi avrebbe rassicurato il compagno, che figura tra gli indagati, sull’approvazione di un emendamento favorevole ai suoi interessi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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