Un altro campione lascia il calcio giocato.
Alvaro Recoba, uruguiano di Montevideo, (classe ’76), dopo una lunga carriera alle spalle, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
‘Il Chino’ (così veniva chiamato per il suo viso dai tratti orientali), è stato sì un talento, ma non è riuscito mai a sbocciare. In Italia, si è fatto conoscere al grande pubblico, con la maglia dell’ Inter, dove al suo debutto nel ’97, lasciò tutti a bocca aperta con uno strabiliante gol da 50 metri.
Una perla che in quell’istante oscurò anche il Fenomeno Ronaldo.
Per averlo, la squadra nerazzurra, arrivò perfino a falsificare il suo passaporto, cose dell’ altro mondo, ma l’ex patron Massimo Moratti non ha mai nascosto di aver avuto un debole per Recoba e, come tutti sanno bene, gli perdonava tutto. Era un giocatore di alto livello, con poca voglia di applicarsi (come del resto la stragrande maggioranza degli atleti sudamericani), ma quando voleva sapeva stupire, eccome!

Dopo l’inizio con il botto all’ Inter, il Chino fu mandato in prestito al Venezia che, grazie alle sue prodezze, riuscì a salvarsi. In quei pochi mesi nella città lagunare, Recoba si era, letteralmente, caricato sulle spalle l’ intera squadra. Il ritorno a casa, a Milano, sponda Inter, non fu dei migliori e anche se con Moratti, il rapporto era stato sempre idilliaco, dopo alcuni anni, le strade dell’uruguiano e dell’Inter si separarono definitivamente. Alvaro torno in patria per respirare un’ altra aria, e altri ritmi, forse più adatti a lui. Negli ultimi tempi (come molti calciatori a fine carriera), l’urguagio si era dato al Beach Soccer, vestendo la divisa del Racing Club de Montevideo.

Devo dire che mi è sempre dispiaciuto un po’, vedere questo campione, sempre ai margini, senza mai aver spiccato il volo, come avrebbe dovuto e potuto fare. Ci sono migliaia di giocatori, di atleti professionisti che per arrivare a quei livelli devono sudare sette camicie, durante tutta la loro carriera, mentre altri come Recoba, ad esempio, che sono nati con il pallone fra i piedi, hanno sempre dato il 50% di quello che potevano dare. E’ davvero un peccato! Ma per arrivare a grandi risultati, devi pensare in grande e forse al Chino bastava solamente giocare a calcio, senza troppi pensieri e preoccupazioni e questo per certi versi è lo spirito che deve avere un giocatore. Ma quando sei un professionista, devi aspirare a qualcosa di più, per non allentare mai la presa e tenerti sempre sul pezzo, altrimenti gli stimoli vengono meno, la fame di vittorie svanisce e con quella anche la magia di tutto il rettangolo verde.
Indipendentemente da questi piccoli o grandi dettagli (giudicate voi), Alvaro Recoba è stato un calciatore degno di nota, con un talento fuori dal comune. Da tifoso juventino, avrei voluto il Chino nella mia squadra del cuore e magari chissà avrebbe dato anche qualcosina di più. Chissà come sarebbe stato con la maglia bianconera…
Comunque, grazie Recoba per tutti gli anni in cui ci hai fatto battere il cuore, anche se non correrai più sui campi di calcio, per noi rimarrai sempre un mito che ha segnato un’epoca.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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