Dopo gli attentati di Parigi, il Viminale ha deciso di far rientrare tra gli obiettivi da tutelare anche gli eventi che prevedono un grande afflusso di persone; naturalmente fra questi vi è il Giubileo che avrà inizio l’8 dicembre.

Ieri, il questore di Roma ha firmato l’ordinanza che porterà al dislocamento dei militari a presidio di 94 siti sensibili stilati dalla Prefettura della Capitale: si va dall’appartamento del Pontefice di via della Stazione Vaticana, alle 39 ambasciate e sedi diplomatiche, per poi proseguire con le scuole internazionali, i luoghi simbolo della città, le sinagoghe, le istituzioni ebraiche, e le fermate della Metro.

Controlli a tappeto da questa mattina, con diversi posti di blocco e altri 700 militari che entreranno in azione per affiancarsi al contingente delle Forze Armate composto da 1.300 soldati già in servizio nella Capitale.

I rinforzi provengono da 5 reggimenti dislocati fra varie regioni, come Veneto, Lazio, Abruzzo, e i Granatieri della Sardegna. Da Venzia arriveranno in soccorso i lagunari del reggimento “Serenissima”, che dovrebbe occuparsi del controllo dell’area del Tevere con particolare attenzione a San Pietro. E infine i soldati del 9° reggimento degli Alpini di stanza all’Aquila.

Intanto, dai sindacati arriva la protesta: “Si sta affrontando il Giubileo con risorse assolutamente insufficienti, con un apparato sicurezza in difficoltà, che prevede un presunto rinforzo di 400 agenti trasferiti e 95 aggregati, a fronte di una carenza di organico della Questura di Roma di circa 1850 uomini, con una condizione del parco auto disastrosa, giubbotti antiproiettili in fase di scadenza, caschi Ubot vetusti e insufficienti, tecnologie inesistenti o quasi”. Questo è l’allarme lanciato dal segretario generale del Silp Cgil di Roma e del Lazio, Antonio Patitucci.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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