Il Papa stasera è presente, ma non presiede la Veglia di Pasqua nella Basilica vaticana. La causa della rinuncia del Papa a presiedere la cerimonia va cercata, si apprende, nelle condizioni del ginocchio, come già avvenuto nei giorni scorsi. Il Papa aveva fatto cenno alla situazione nel viaggio di ritorno da Malta.

La messa come è tradizione, è stata preceduta dal suggestivo rito della benedizione del fuoco nell’Atrio della Basilica e dalla processione mentre viene intonato il Lumen Christi. Durante la celebrazione sette catecumeni ricevono il sacramento del Battesimo direttamente dal Papa. I sette catecumeni prescelti sono di diverse nazionalità (italiana, statunitense, cubana, albanese).

Anche nelle celebrazioni di questa sera resta ben presente, anche se apparentemente sullo sfondo, il dramma della guerra. La scelta della preghiera da intonare infatti è stata decisa per chiedere al Signore che sempre più ci siano ”governanti artigiani di dialogo e di pace tra i popoli” e perché sia donata ”ai popoli oppressi dalla guerra la speranza e la pace”.

Nella Basilica vaticana sono presenti 5500 fedeli per la Veglia di Pasqua col Papa. Si tratta della prima celebrazione non contingentata dalla pandemia.

L’omelia del Papa – Il Papa chiede di portare Gesù Cristo “nella vita di tutti i giorni: con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi è nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E, soprattutto, con opere di amore e di fraternità”. Così ha detto Papa Francesco in un passaggio dell’omelia della Veglia Pasquale nella basilica vaticana. “Con Gesù, il Risorto, nessuna notte è infinita; e anche nel buio più fitto, brilla la stella del mattino”.

“Il Signore, in questa notte, vuole donarci occhi diversi, accesi dalla speranza che la paura, il dolore e la morte non avranno l’ultima parola su di noi”. Lo ha detto Papa Francesco nella veglia pasquale. “È vero, la morte può intimorirci e paralizzarci. Ma il Signore è risorto! Alziamo lo sguardo, togliamo il velo dell’amarezza e della tristezza dai nostri occhi, apriamoci alla speranza di Dio“.

“Molti scrittori hanno evocato la bellezza delle notti illuminate dalle stelle. Invece le notti di guerra sono solcate da scie luminose di morte. In questa notte, fratelli e sorelle, lasciamoci prendere per mano dalle donne del Vangelo, per scoprire con loro il sorgere della luce di Dio che brilla nelle tenebre del mondo”. Così Papa Francesco nell’omelia durante la veglia pasquale.

“Non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte; se restiamo prigionieri del passato; se nella vita non abbiamo il coraggio di lasciarci perdonare da Dio, di cambiare, di rompere con le opere del
male, di deciderci per Gesù e per il suo amore; se riduciamo la fede a un amuleto, facendo di Dio un bel ricordo di tempi passati, invece che incontrarlo oggi come il Dio vivo che vuole trasformare noi e il mondo”.

“Un cristianesimo che cerca il Signore tra i relitti del passato e lo rinchiude nel sepolcro dell’abitudine è un cristianesimo senza Pasqua. Ma il Signore è risorto! Non attardiamoci attorno ai sepolcri, ma andiamo a riscoprire Lui, il Vivente! E non abbiamo paura di cercarlo anche nel volto dei fratelli, nella storia di chi spera e di chi sogna, nel dolore di chi piange e soffre: Dio è li’”.

Alla fine dell’omelia il Papa si è rivolto al sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, presente in basilica per la Veglia Pasquale, con alcuni parlamentari ucraini. “In questo buio che voi vivete, signor sindaco, signori e signore parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze. Noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera e dirvi coraggio e vi accompagniamo. Possiamo anche dirvi la cosa più grande che oggi si celebra”: “Cristo è risorto” ha detto il Papa pronunciando queste ultime parole in ucraino.

Proseguono le celebrazioni per la Pasqua
Domani, la messa di Pasqua tornerà in Piazza San Pietro dopo due anni di pandemia. All’inizio della celebrazione si terrà il rito del Resurrexit: il Papa incenserà l’icona del Risorto. Si tratta dell’Icona Acheropita del Salvatore, opera di grande valore storico e artistico. Una delle preghiere dei fedeli sarà letta in ucraino.

Al termine della celebrazione, il Papa si recherà nell’Aula delle Benedizioni, quindi dalla Loggia Centrale della Basilica petrina impartirà la Benedizione Urbi et Orbi. A fianco dl Papa saranno presenti il cardinale Renato Raffaele Martino e il cardinale Michael Czerny.

Nel giorno di Pasqua, Piazza San Pietro sarà abbellita da ben 40 mila fiori arrivati direttamente dall’Olanda. Il tradizionale omaggio floreale olandese al Papa è iniziato con Giovanni Paolo II ed è arrivato alla 35esima edizione. I fiori prima di partire dall’Olanda sono stati benedetti dal vescovo di Rotterdam.

Il Triduo pasquale – Le celebrazioni per la Santa Pasqua sono iniziate giovedì con il Papa che, dopo aver celebrato la Messa Crismale alle 9.30 in San Pietro, con i patriarchi, i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi e i presbiteri presenti a Roma, nel pomeriggio ha rinnovato la tradizione della lavanda dei piedi con 12 detenuti del carcere di Civitavecchia. Venerdì, invece, è stato il giorno della Veglia pasquale nella Notte Santa, la “madre di tutte le Veglie”, presieduta da Francesco. L’ultimo appuntamento è per il 18 aprile, Lunedì dell’Angelo, quando il Papa reciterà il Regina Caeli alle 12, ma tornerà in Piazza san Pietro alle 18 per l’incontro con le ragazze e i ragazzi che partecipano al Pellegrinaggio degli adolescenti organizzato a Roma dalla Chiesa italiana.

Fonte il Vaticano – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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