A dieci anni dalla morte è stato ricordato l’ispettore capo della polizia di stato Filippo Raciti – medaglia d’oro al valor civile – caduto in servizio nel corso degli scontri, dopo il derby di serie A Catania-Palermo, del 2 febbraio 2007.

La Questura di Catania ancora una volta ha colto l’occasione per non dimenticare e per ricordare l’attività di polizia a difesa e a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Per le forze dell’ordine, ma anche per la società civile, questa data è impressa nella memoria di quanti hanno vissuto quella giornata, ma anche di quanti hanno contribuito e contribuiscono ancora oggi alla costruzione e all’affermazione della legalità in tutte le sue manifestazioni pubbliche.

Va ricordato che quella data ha costituito la svolta per l’introduzione delle nuove normative in materia di violenza negli stadi, con l’elaborazione di misure specifiche e sanzioni nei confronti di quanti si dovessero rendere responsabili di azioni violente all’interno degli impianti sportivi.

Per la morte di Raciti sono stati condannati, con sentenza definitiva, due ultras catanesi: Daniele Micale e Antonino Speziale, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti. A seguito del drammatico evento, l’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato, diede la definitiva accelerata all’introduzione della tessera del tifoso, strumento che ha di fatto rivoluzionato il mondo del tifo ed il calcio italiano in generale. “Un uomo coraggioso caduto nell’esercizio di un dovere interpretato come una missione”.

È questo il ricordo che di Raciti ha fatto, tramite il proprio sito, il Catania Calcio, rendendo omaggio anche alla sua famiglia. Ha inoltre aggiunto: “Filippo è un esempio che vive nel tempo. L’amore per la legalità che ha sempre affermato e difeso, spendendosi con generosità e valore, è un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire, perché nella legalità è la vera speranza. Questo sport, che piace così tanto, non genera violenza, ma è spesso vittima della stessa: il calcio chiede di essere protetto dalla delinquenza e dagli eccessi. A dieci anni dall’incubo di quel 2 febbraio 2007 siamo vicini alla famiglia Raciti, con profondo rispetto”.

Anche il presidente della FIGC Carlo Tavecchio si è unito al cordoglio nazionale dichiarando: “Desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai familiari dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, potendo immaginare solo in parte il dolore che continuano a provare a dieci anni dalla sua tragica scomparsa.

Il mondo del calcio non può e non deve dimenticare un servitore dello Stato, ucciso nell’esercizio di una professione che richiede tanti sacrifici e che permette ogni giorno a tutti noi di sentirci più sicuri”. Questo anniversario deve essere l’occasione per la classe politica di riflettere e per le società di rendere più moderni gli impianti sportivi, in modo tale da farli diventare, finalmente, più sicuri e vivibili.

Il Vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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