Volano gli stracci in casa Lazio dopo la terza sconfitta consecutiva, la quarta su sei partite da quando il Campionato è ripreso; dopo Milan (a domicilio) e Lecce, è stato il Sassuolo a violare per la seconda volta consecutiva l’Olimpico, quello che prima del Covid era un vero e proprio “fortino inespugnabile” dei biancazzurri.

Che tre mesi di sosta possano essere deleteri per un calciatore è cosa scontata, che la Lazio da formazione-miracolo capace di contrastare la mega-Juve nella corsa allo Scudetto, sia diventata una delle peggiori dalla ripresa ad oggi, era invece assolutamente imprevedibile.

E sì che il boss biancoceleste è stato il più insistente nel volere che il Campionato riprendesse, a qualunque costo e dimostrando di fregarsene alquanto della salute, perchè nella sua tracotante presunzione era convinto di poter strappare il Tricolore alla concorrenza, mentre al momento potrà già leccarsi le dita di mani e piedi se non finirà al quarto posto, che vuole pur sempre dire Champions, ma non può soddisfare ambizioni probabilmente un tantino esagerate.

Che Lotito non passi per essere uno simpatico è acclarato persino tra i sostenitori laziali; i suoi modi sono quelli del “padrone del vapore”, tanto da riuscire ad imporre il SUO candidato (Dal Pino) alla presidenza della Lega di Serie A e ad essere ad un certo punto (sono parole del Presidente FIGC Gravina di poche settimane fa) uno dei soli quattro (insieme allo stesso Gravina, a Dal Pino ed al Presidente napoletano De Laurentiis) che volevano la ripresa del Campionato.

Peccato che a volte si fanno male i conti e le cose, come il vento, si mettono a girare in un senso inatesso, ma quanto del tutto sorprendente? In fin dei conti la rosa è praticamente la medesima di quella della stagione precedente, ed in quel caso non è che la Lazio abbia fatto tutta questa grande figura, anzi, onde per cui se proprio vogliamo era il rendimento stagionale ad avere del miracoloso ….

Squadra ben preparata, bomber che bastava guardasse il pallone per farlo finire in rete, cambi sempre tutti azzeccati, avversari che spesso alzavano bandiera bianca nel recupero, arbitri che …. dopo la Coppa Italia di pallavolo …. erano benevoli assai, tanto da concedere la bellezza di 14-rigori-14 nelle prime ventisei giornate, magari tutti lampanti, forse, ma da record del mondo quanto a fischi favorevoli.

Poi tutto è cambiato, medico e nutrizionista litigano tra loro, gli infortuni pesano su di una rosa non proprio extra large, il bomber non vede nemmeno più il pallone, i cambi non sono più azzeccati e l’allenatore da migliore del pianeta, torna umanamente sulla terra, facendo spesso la figura di quello che ha smesso di saper …. leggere.

Il proverbio dice che chi troppo vuole nulla stringe e mai come alla Lazio odierna si addice, anche se Lotito non starà certo con le mani in mano, ma probabilmente servirà altro per risollevare una squadra che sembra senza fiato ed idee, e dove ci sono troppe tensioni dentro e fuori lo spogliatoio, perchè quando le cose filano lisce tutti sono bravissimi e si riesce anche a dividersi i meriti, mentre quando gira male, si sa, le colpe sono sempre di qualcun altro e non basta neppure più usare il giannizzero Diaconale per sollevare dubbi ed insinuazioni, senza prendersi inibizioni e squalifiche.

Olimpia ha dunque perso le ali? Già il prossimo turno, in casa della pericolante Udinese potrà dare una risposta seppur parziale, ma intanto a soli sei turni dalla fine non è così difficile pensare che i sogni di gloria siano finiti in un cassetto, forse perchè neppure un’aquila può volare oltre i propri limiti, al di là delle pur legittime ambizioni.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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