Il calcio è come la vita. Stracolmo di fantasia e questa ripresa del campionato lo dimostra con gli imprevedibili risultati, dovuti in particolare alla condizione fisica e mentale dei giocatori, sempre più precaria, in cui la razionalità sparisce lasciando ampio spazio all’irrazionalità.

Da un giorno all’altro si ribaltano le situazioni. Ogni pronostico si sgretola. Una Lazio che sembra essersi arresa e pare non trovare più l’energia per continuare a lottare e tentare di raggiungere la prima posizione in classifica. Un ritorno alla grande del Milan guidato da un ottimo allenatore che compie un miracolo e riesce a trasformare una sicura sconfitta in una vittoria impensabile contro la prima della classe.

Vittoria che ha creato dei forti malumori e incertezze sia nella dirigenza sia nello spogliatoio della Juventus. Torino e Sampdoria che dopo le paure iniziali hanno ripreso un po’ di fiato. Un Sassuolo che prova a scalare la vetta dell’Europa a suon di gol e di bel gioco. Certo fanno parlare i cammini altalenanti di Inter e Roma.
Dalla prima ci si aspettava più continuità sul terreno di gioco, mentre dalla seconda meno problemi societari di cui, al momento, s’ignora il destino. Un Napoli in piena corsa, mentre il Verona se la gioca tra alti e bassi, così come il Bologna.

Continua invece a stupire, regalando agli spettatori perle stupende, il cammino – oserei dire eccezionale – dell’Atalanta che incanta come qualità di gioco e compattezza del gruppo. In pratica nonostante la pandemia, il calcio e soprattutto i calciatori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e professionalità.
Tutto questo a parte il momento di pazzia del laziale Patric che ha voluto emulare il collega Suarez nell’addentare il braccio di un avversario. Stupidità allo stato puro. Ma quanti rigori, quante, anzi certamente troppe, ammonizioni. Mi è sembrato di notate in campo arbitri soffocati da regole che soprattutto loro non condividono. Una tecnologia, al momento, sempre meno credibile.

La Var Room, che avrebbe dovuto essere un aiuto, ma che spesso si è evidenziata un danno. Forse sarebbe opportuno lasciare decidere i direttori di gara con la loro testa, avvalendosi del libero arbitrio, salvo ovviamente casi clamorosi da verificare con la moviola in sala regia. Ci scommetterei che potrebbero anche essere più bravi che questa tecnologia avanzata. In pratica se ancora milioni d’italiani – nonostante l’assenza forzata dagli stadi – continuano a essere innamorati pazzi del calcio è proprio perché, anche in questo spezzone di campionato fuori tempo massimo, quel pallone che rotola sul rettangolo verde ha molta, ma molta più fantasia di noi. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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