Giuseppe Sala sindaco di Milano
Il Parlamento UE, per alzata di mano, (sarà giusta la conta?) ha approvato un “emendamento” proposto da Renw Europa (ne fanno parte anche Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Verdi e altre monoranze) in cui “ovviamente e come sempre” viene condannato e screditato il Governo Italiano, su quanto deciso dal Viminale in merito al “fermo” relativo alla registrazione dei certificati di nascita dei Figli delle coppie omosessuali o meglio definite “OMOGENITORIALI“.
Nel testo dell’emendamento  i Parlamentari (molto vicini al Centro sinistra) si evince quanto sotto esposto:
Questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgb in Italia“.
Invitano inoltre il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione, ma in merito a quale diritto o a quale potere?
Forse sono state la convincenti parole di Giuseppe Sala, pidiessino, Sindaco di Milano dal 21/06/2016, presente a tale “riuonione” che ha avvallato la decisione presa, ovvero “La UE costringerà il Governo Italiano a registrare i certificati di nascita dei figli delle coppie Gay!”
Stiamo parlando dello stesso Giuseppe Sala condannato a 6 mesi di carcere (5 luglio 2019) in merito a due contratti relativi al periodo in cui era Commissario Unico e Amministratore di EXPO, reato convertito in pena pecuniaria di Euro 45.000,00 pari ad Euro 7.500,00 al mese?
Auspichiamo che tale “opportunità” sia entrata nella “giurisprudenza” e ne possano beneficare tutti (quelli che possano pagare) Sindaci o meno e di qualunque corrente politica facciano parte, senza eccezioni!
Inoltre non risulta che per tale condanna sia stato sospeso il Suo incarico di Sindaco di Milano, anzi ci sono Sue dichiarazioni ben precise in merito a tale situazione!
Sarebbe comunque mio desiderio capire bene il problema relativo a tali coppie.
Il mese scorso sono stato invitato ad un matrimonio “gay” in quanto conoscevo i genitori di uno dei “coniugi” certo Paolo Rossi (nome e cognome a fantasia per la privacy). Nel corso del ricevimento mi ha presentato Francesco Verdi (nome e cognome a fantasia per la privacy) dicendo “finalmente ti faccio conoscere mia moglie” e insieme mi hanno espresso il desiderio di avere un figlio, dati anche i cinque anni di “perfetta” convivenza.
Mi sono limitato a far loro le mie più sentite congratulazioni (sono un fautore della libertà).
Pertanto anche nell’ambito della coppia GAY esiste il RUOLO: un marito e una moglie!
Se così è, il problema dovrebbe essere facilmente superabile anche nel totale rispetto dei diritti del FIGLIO (ereditari e quant’altro prevede la legge) e visto che tali coppie CHIEDONO la totale trasparenza della loro scelta sul certificato di nascita potrebbe essere scritto: “ITALO ROSSI/VERDI (sempre nome a fantasia) figlio di Paolo Rossi (padre) e Francesco Verdi (madre) in tal modo vengono tutelati i diritti e i ruoli della famiglia anche in caso di separazione e/o divorzio.
Un poco più complicato il fatto se il FIGLIO (anziché adottato) fosse il frutto di un UTERO IN AFFITTO ma credo che, superato l’aspetto morale o immorale relativo all’acquisto del bimbo, si possa procedere in modo analogo chiarendo le posizioni nell’ambito della coppia! La lingua italiana si presta poi, dato lo spessore di sostantivi e aggettivi a trovare quello più indicato a dare la giusta immagine a tale rapporto.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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