Il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny – attualmente in carcere – è stato giudicato colpevole nell’ennesimo processo a suo carico per “frode e insulti a un giudice“. Ed è stato condannato a 9 anni di carcere. L’accusa aveva chiesto una pena a 13 anni di detenzione, mentre la difesa ha insisto sull’assoluzione, sottolineando l’assenza di reato nelle azioni di Navalny.

Lo riportano le agenzie russe citando la sentenza del tribunale di Lefortovo a Mosca. “Navalny ha commesso una appropriazione indebita, ovvero il furto di proprietà altrui da parte di un gruppo organizzato”, ha detto il giudice Margarita Kotova, secondo quanto riporta una giornalista dell’agenzia di stampa Afp presente sul posto.

Il verdetto è stato annunciato in un’udienza del tribunale fuori sede nella colonia penale N2 nella citta’ di Pokrov, nella regione di Vladimir.

“Nove anni. Come dicono i personaggi della mia serie tv preferita ‘The Wire’: ‘Fai solo due giorni, il giorno in cui entri e quello in cui esci'”. E’ il commento dell’oppositore russo, all’ultima condanna a nove anni di carcere “in regime di massima sicurezza”. “Avevo perfino una T-shirt con questo slogan, ma le autoritaà penitenziarie me l’hanno confiscata, considerandola estremista”, si legge nel tweet dell’oppositore gestito dai suoi avvocati.

Il regime di massima sicurezza, ora, potrebbe privare Navalny anche della possibilità di comunicare col mondo esterno. Questa condanna si va aggiungere a quella che l’oppositore sta scontando, ma potrebbe non essere l’ultima. Da quando Navalny è tornato in Russia, dove è stato fermato al controllo di frontiera all’aeroporto di Sheremetyevo, la sua odissea giudiziaria non si ferma.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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