A Mosul non sarà una guerra lampo, e il numero di vittime civili è destinato a salire. Questo è il cuore del messaggio che il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha diffuso ieri, facendo sapere inoltre che i combattimenti per togliere la città al controllo dell’Isis potrebbero “durare settimane, forse mesi”.

“Potrebbe essere una battaglia lunga, non è una guerra-lampo, un blitzkrieg”, ha avvertito Le Drian, che martedì prossimo ospiterà a Parigi un vertice con i dodici rappresentati dei Paesi facenti parte della coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Usa.

Intanto, a destare le preoccupazioni maggiori è la sorte che attende gli oltre duemila civili in fuga da Mosul, l’ultima roccaforte irachena dell’autoproclamato Stato Islamico: queste persone stanno cercando disperatamente di attraversare il confine siriano per entrare nel Rojava, la regione nel nord della Siria sotto il controllo curdo. A renderlo noto, attraverso il loro account Twitter, sono state le milizie delle Unità di Protezione Popolare curde (Ypg).

L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha comunicato che le persone in fuga verso la Siria e la Turchia in seguito all’offensiva lanciata su Mosul potrebbero arrivare a 100.000.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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