Il ministro degli esteri Antonio Tajani

L’Italia non mantiene l’impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europea, non faremo quanto era stato previsto, ovvero accogliere 3.000 migranti attualmente sul territorio italiano“. Così il portavoce del governo francese, Olivier Veran, ha confermato a Bfm-Tv che la Francia non accoglierà “un po’ più di 3.000 persone” sbarcate in Italia, “di cui 500 entro la fine dell’anno” nell’ambito del meccanismo di solidarietà europea. L’Italia ha rifiutato di accogliere nei suoi porti la nave della Ong Ocean Viking, che trasportava 234 migranti, poi accolta venerdì in Francia, a Tolone. Per il governo francese, questo diniego è, da parte di Roma, un rifiuto degli accordi europei sull’accoglienza dei migranti, e va sanzionato, scrive la tv sul suo sito web.

L’Italia – ha detto Véran – non mantiene l’impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europea, noi non manterremo la contropartita prevista“. Per il portavoce, “l’Italia è perdente in quanto dispone normalmente di un meccanismo di solidarietà europea che fa sì che un gran numero di paesi europei, in particolare Francia e Germania, si impegnino in contraccambio dell’accoglienza delle navi da parte dell’Italia, a prendere degli stranieri sul proprio territorio. I meccanismi che avevamo messo in piedi ci permettevano di accogliere nelle migliori condizioni possibili stranieri arrivati in Italia“.

Parigi mantiene dunque la linea dura verso Roma, ma la spaccatura è europea e solo a Bruxelles si potrà cercare una ricomposizione dello scontro sull’accoglienza di migranti che attraversano il Mediterraneo, sui salvataggi in mare e il ricollocamento dei richiedenti asilo. Lunedì il Consiglio affari esteri, a cui parteciperà Antonio Tajani, potrebbe essere il punto di partenza di una discussione, poi seguirà un probabile Consiglio dei ministri dell’interno entro la fine di Novembre.

La materia è incandescente, e  la presa di posizione congiunta di Italia, Grecia, Malta e Cipro che afferma di “Sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo” e che “Le regole sulle ricollocazioni non stanno funzionando e devono essere obbligatorie, mentre il lavoro delle ong nel mediterraneo va ricondotto nell’alveo del diritto internazionale” ha scaldato ulteriormente il clima e creato nuove fratture.

La dichiarazione congiunta di Roma, Atene, La Valletta e Nicosia non trova accoglienza a Madrid che accusa l’Italia di non aver rispettato il diritto marittimo. La Spagna, dice un portavoce del ministero dell’interno spagnolo: “Non può sostenere proposte che premierebbero i paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche”.

L’esecutivo europeo, secondo indiscrezioni, non metterà sul tavolo una proposta di regolamento. Si tratterà di un piano operativo per favorire un maggior coordinamento su sbarchi e ricollocamenti. Il punto della volontarietà, alla base del patto firmato da 23 paesi (19 membri dell’Ue più 4 dell’area Schengen), non verrà intaccato. Come già in passato Bruxelles cercherà di declinare la solidarietà effettiva chiesta da Roma, sgravando di eccessivi oneri i paesi di primo approdo. Lo schema che verrà proposto sulle navi ong per la loro attività di search and rescue nel Mediterraneo resta tutto da vedere.

L’Europa si pronunci dopo il no di Roma allo sbarco

Parigi ha chiesto “all’Europa di pronunciarsi in tempi molto rapidi sugli sviluppi che seguiranno” il rifiuto dell’Italia di accogliere la Ocean Viking e i migranti a bordo. “La prima risposta – ha continuato Véran- era quella umanitaria, e l’abbiamo fatto”, accogliendo la nave a Tolone. “La seconda è ricordare gli obblighi” dell’Italia “e se rifiuta, immaginare qualsiasi misura possa essere utile“.

E’ il momento, e noi l’abbiamo fatto – ha sottolineato il portavoce del governo – che la Francia chieda all’Europa di pronunciarsi in tempi molto rapidi sugli sviluppi che seguiranno” mentre “l’Italia scarica la responsabilità sui suoi vicini ed amici francesi“.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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