“In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione, che provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti, desidero – a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall’incontro nel luogo dell’attentato – riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall’efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”.

Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione dell’anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Il premier Giuseppe Conte, squarciare velo che separa verità “Quaranta anni dalla strage di Bologna. Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocenti, lo dobbiamo a noi stessi”.

Crimi, unica parola a vittime è scusa
“La serietà impone che di fronte ai familiari si ponga un punto fermo. Dopo 40 anni si può solo chiedere scusa. Non è accettabile non è ammissibile” la mancanza della verità piena sulla Strage del 2 agosto 1980. Così il viceministro dell’Interno Vito Crimi, nella cerimonia di apertura per l’anniversario dell’attentato.

“Le scuse” da parte dello Stato “sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza, dopo 40 anni di dolori immutabili vissuti dai familiari si può solo chiedere scusa”, ha ribadito.”Sono trascorsi 40 anni da quel 2 agosto 1980 che ha visto la città di Bologna preda di una violenza disumana perpetrata per mezzo del più vile e grave attentato terroristico mai verificatosi nel Dopoguerra – ha affermato Crimi durante il suo intervento dal cortile di Palazzo D’Accursio – ma al dolore per le vittime, per i loro familiari e per quanti quel giorno persero un proprio caro si aggiunge un altro dolore.

Quello per una verità negata da quasi mezzo secolo, perché ancora oggi la strage della stazione di Bologna è senza una completa verità, senza la verità di quel sottile filo che la collega a tanti altri eventi tragici di questo Paese”.

Ancora, ha aggiunto Crimi, “non conosciamo i nomi di coloro che hanno contribuito a scrivere una delle pagine più dolorose di questo Paese e questo è un dolore che con il tempo non può diminuire, anzi, ogni giorno che trascorre senza poter conoscere quei nomi, senza individuare i responsabili che sono arrivati perfino a piegare le istituzioni pur di nascondere la verità, è un giorno che accresce la nostra sofferenza”.
A cura di Elena Giulianelli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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