Il Motomondiale torna in Spagna, per il quarto appuntamento di stagione, ed in Spagna rimette le “ruote in pista” Marc Marquez, là dove, il 19 luglio di un anno fa, è iniziato il suo calvario, terminato con un rientro, a Portimao, liberatorio e sofferto.

Che Marc, vincente o meno, sia comunque il principale attore della Moto GP è indubbio, anche se non è e non può ancora essere il “conquistadores” delle stagioni precedenti; ovvio che la sua presenza sia motivo d’interesse ancora maggiore per il mondiale e per i suoi avversari, ma è ancor più ovvio che i mesi trascorsi lontano delle corse, in mezzo a sofferenze e mille dubbi circa il suo rientro, un segno lo abbiano lasciato.

Il settimo posto del Portogallo è stato un mezzo miracolo, pur se quando si parla di Marquez tutto è esaltato all’ennesima potenza; giustamente sotto certi punti di vista, molto meno se si raffronta il suo risultato con quello di altri piloti, fortunati perché altri si sono ritirati, ma anche il risultato di Marc è arrivato grazie ad alcuni ritiri, e quindi?

Magari a Jerez le cose andranno meglio, ma comunque occorre tempo, e non solo per riprendere confidenza con la moto, ma anche per metabolizzare ciò che lo spagnolo è sempre sembrato ignorare, ovvero il pericolo costantemente in agguato, di cadere e di farsi male in primis, cosa che non gli era mai capitata in precedenza, per bravura, ma anche per una certa dose di buona sorte che lo ha sempre accompagnato sino al 19 luglio 2020.

Oggi, che il braccio infortunato ancora non è al 100%, gli manca quella forza fisica, quell’agilità di condurre la moto anche nei momenti più difficili, che ne avevano fatto il dominatore delle ultime stagioni, facendo la differenza tra lui e gli avversari; anche in considerazione che solo ed esclusivamente lui portava la Honda a quei livelli, ben distanti dagli altri piloti dalla marca giapponese che, non a caso, ha viaggiato e viaggia ben distante dalle prime posizioni della classifica di ogni GP.

A Jerez, Marquez o non Marquez, sarà comunque battaglia bella tosta, perché Quartararo vuole dare un’altra stoccata alla concorrenza, già dominata in due delle tre precedenti prove, mentre, restando in casa Yamaha, Vinales vorrà dimenticare al più presto il Portogallo, Morbidelli confermare i segnali positivi arrivati dalla pista lusitana e Valentino Rossi …. fugare le sempre più perplesse note nei suoi confronti, tra cadute e risultati da …. retrovia.

Ducati e Suzuki, vorranno a loro volta mettere fine alle vittorie della Yamaha, tornando sul primo gradino del podio con i loro piloti, sin qui alquanto discontinui nelle prestazioni, come nei risultati; la “rossa” con Bagnaia che vuole finalmente vincere un GP, Miller che punta a tornare il velocista di sempre, Zarco che con l’ultima caduta ha lasciato a Quartararo il primato in classifica.

In casa Suzuki, il Campione uscente, Mir, vuole continuare la fase di miglioramento dei suoi risultati e giocarsi nuovamente il mondiale, mentre Rins, caduto in Portogallo quando si giocava il podio, non vuole essere da meno del compagno.
Anche in KTM puntano a tornare protagonisti, visto che sin qui sia Binder, che Oliveira, non sono stati all’altezza delle aspettative e dei risultati della passata stagione; certo siamo solo all’inizio ed il tempo per risalire non manca, però moto e piloti devono trovare in fretta la “condizione” migliore, pena il tornare in quell’anonimato certo poco consono per la casa arancio/nera.

Chi, al contrario, sta facendo bene è l’Aprilia, non ancora da podio, ma in grado di lottare per posizioni di tutto riguardo, pensando sia alla forza della concorrenza, anche in fatto di numero di moto in pista, sia ai miglioramenti fatti registrare dalla casa italiana; magari ci fosse anche il Dovi a dare una mano ….
Per ultima ecco la Honda, di cui abbiamo detto in precedenza; al di là di Marquez, vedere il primo pilota della HRC, Pol Espargarò, tredicesimo in classifica con undici punti, dopo tre gare, fa pensare, perché vincere per tanti anni consecutivi può far passare in secondo piano i risultati degli altri piloti, ma l’incidente di Marc ha fatto emergere tutti i problemi della casa giapponese.

Oggi la Honda sembra la Ducati dei tempi di Stoner: un pilota vincente e gli altri … che sembrano guidare un triciclo, cosa che non può far piacere a nessuno e meno che mai ai nipponici; impossibile capirne i motivi, pur se è normale puntare su di un cavallo vincente a discapito di tutti gli altri, ma quando è arrivato l’incidente di Marquez il castello è crollato e aspettarne passivamente il ritorno ha comportato figuracce a ripetizione.
Vero che non si può cambiare dall’oggi al domani una “politica” durata anni, ma è altrettanto vero che una casa come la Honda non può fare affidamento solo ed unicamente su di un pilota, per bravo e vincente che sia.

Spazio dunque alla Spagna, a Jerez De La Frontera, che non sarà fondamentale per il mondiale, dato che è solamente in quarto di diciannove appuntamenti, ma che potrebbe già indirizzare le linee guida di una stagione dove in tanti vogliono essere protagonisti.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Patrizia Ferro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui