Alla fine di una partita tra le più belle per intensità vista agli Europei 2020 tra Italia e Spagna mi sono chiesto a notte fonda. Ma come potevano perdere gli azzurri contro le furie rosse che per più di mezzo secolo non avevano ancora capito che Diego della Vega è Zorro. Questa una eloquente similitudine con la nazionale azzurra che si è ben mascherata con una tattica attendista e ha saputo pungere con spada e fioretto fino a tramortire il toro dietro alla testa.
Si, l’Italia di Roberto Mancini dentro la “Corrida” di Wimbledon ha saputo con grande carattere e nervosismo positivo eludere, spegnere a livello difensivo, molte di quelle azioni propositive che la formazione di Luis Enrique (che ora tiferà per il tricolore nella finalissima) ha distribuito a memoria per fasi orizzontali fino a portarsi davanti a Donnarumma determinante in un paio di occasioni per mantenere in asse di equilibrio il risultato ancorchè il vantaggio di Chiesa (goal da favola) annullato da quello di Morata che sa fare il giocoliere, ma poi non riesce mai a replicare quando la pallina dagli undici metri occorre metterla dentro il sacco con i preziosi.
Correva il 1968 – L’Italia di Ferruccio Valcareggi riuscì a centrare la finale del campionato europeo dopo la disputa di un girone infernale. Allo stadio Olimpico di Roma la Nazionale Italiana e quella jugoslava hanno entrambe la grande possibilità di alzare il trofeo, il secondo al mondo. L’atto conclusivo della manifestazione ha visto prevalere l’Italia, che ha battuto per 2-0 la Jugoslavia nella ripetizione della finale disputata due giorni prima e terminata in pareggio per 1-1 dopo i tempi supplementari.
Per Nazionale azzurra si è trattato del primo e unico successo nella competizione.
Corre il 2021 – Ci vorrebbe domenica sera contro la Danimarca o l’Inghilterra il “pendolino” di Maurizio Mosca, quell’amuleto che ha sempre portato fortuna agli azzurri, quella specie di scaramanzia che il nostro caro collega scomparso, amava snocciolare dalle tasche quasi scucite. L’Italia è a un metro dal successo finale, dall’ultimo salto in lungo e dopo cinquant’anni la voglia è tanta, quasi pazza per ottenerlo con un Roberto Mancini che hai suoi ragazzi prima dei calci rigori contro la Spagna ha detto: “Non vi preoccupate fate in modo di pensare che dal dischetto ci sia io e Vialli… Belotti, Bonucci, Bernardeschi e Jorginho, non hanno tradito l’appuntamento facendo esplodere in tutte le piazze italiane un pandemonio fino al punto che ci si è completamente dimenticati del covid. E, chissà, se proprio attraverso la volontà e la forza del nostro popolo vaccineremo anche la prossima finalista con tanto di rigore?
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Getty Image