cassazion-roma
Adesso gli imputati possono processare i Pubblici Ministeri. Grazie alla legge approvata il 24 febbraio scorso, che prevede l’abolizione di qualunque filtro di ammissibilità all’azione
contro lo stato, gli imputati possono intentare un’azione civile contro i pm, durante il processo che li vedi indagati. Durante i tre gradi di giudizio, infatti, i pm dovranno portare avanti la loro accusa contro gli imputati, ma allo stesso tempo si troveranno a difendersi dall’ azione di responsabilità civile intentata contro di loro dagli imputati che loro stessi accusano. Sembra uno scioglilingua venuto male, ma la realtà è questa che ci piaccia oppure no. Ora, anche lo stato dovrà, in un certo senso, pagare per i propri sbagli. Si è parlato tanto in questi anni della responsabilità civile dei magistrati nei processi e ora si è arrivati a una vera e propria svolta epocale. Perchè un magistrato che giudica, ingiustamente, un imputato colpevole del reato ascrittogli e lo fa finire in carcere, non debba rendere conto della sua azione e aspettarsi delle conseguenze? Questa legge deve fare da volano per far si che le cose migliorino in tempi rapidi. Il potere dei giudici e dei magistrati è veramente enorme. Decidere se una persona è innocente o colpevole è qualcosa di incredibilmente importante. Ma, spesso e volentieri, quando si possiede un potere così grande e ci si sente al di sopra delle legge che si cerca di far rispettare, si rischia di fare dei danni irreparabili non solo a se stessi, ma soprattutto agli altri. Mettere un freno a questo potere, un po’ come la criptonite per Superman, è un primo passo per avvicinare giustizia e cittadini. La lontananza fra questi due mondi, si è accentuata ancora di più con il grave fatto accaduto al Tribunale di Milano, dove Giardiello si è ribellato alla giustizia uccidendo a colpi di pistola avvocati, magistrati e testimoni, tutti impegnati nel processo di bancarotta fraudolenta che lo vedeva indagato. Così come una persona che ha commesso un reato è giusto che paghi, anche i giudici dovranno rendere conto a qualcuno dei propri errori. Il caso più eclatante è stato quello di Enzo Tortora che da lassù, tirerà sicuramente un sospirò di sollievo per come stanno andando le cose. E’ normale pensare che questa legge possa portare a degli estremi e che i giudici si ritrovino a dover astenersi ad accusare gli indagati nei loro processi, ma questo non deve avvenire. La giustizia deve essere lineare e se la legge deve essere uguale per tutti, lo deve essere fino in fondo, a destra e a sinistra, con i ricchi e con i poveri, con i magistrati e con i cittadini. Questa legge può sembrare paradossale e per certi versi lo è (soprattutto per quelli che si sentono più uguali di altri), ma nel complesso l’ idea di fondo è quella di riportare gli dei sulla terra e far sentire gli uomini un po’ più liberi e meno oppressi, a maggior ragione in questi giorni, in cui ricorre il ’70 annivversario della Liberazione. I processi sommari, senza capo nè coda non servono a nessuno, ma una maggiore attenzione e consapevolezza delle proprie azioni, gioverà a tutti gli uomini di buona volontà. Giudicare in maniera equa una persona in un processo deve diventare un dovere imprescindibile. Se la legge è uguale per tutti, tutti si devono sentire uguali davanti ad essa.

Editorialista Nicola Luccarelli – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui