Chi vince la coppa Libertadores festeggerà per tutta la vita, mentre chi la perde sarà costretto per sempre a trascinarsi sulle spalle una dolorosa croce.
L’opinione dell’ex attaccante cileno di Lazio e Juventus, Marcelo Salas, è la migliore sintesi del clima che si vive alla vigilia della supersfida di domani nel Monumental di Buenos Aires fra River Plate e Boca Juniors. Sotto la direzione dall’uruguayano Andrés Cunha, quello di domani è il primo scontro diretto in finale fra le due squadre rivalissime del calcio argentino per la conquista della Libertadores, trofeo sudamericano vinto sei volte dagli ‘xeneizes’ e tre dai ‘millonarios’. I bookmaker danno in leggero vantaggio il River Plate, dopo il pareggio 2-2 dell’andata nella Bombonera, soprattutto per il fattore campo e l’opportunità per i biancorossi di sfruttare un ’12° giocatore’: i 60.000 tifosi che gremiranno lo stadio dove si assegnò la Coppa del mondo 1978, la prima vinta dall’Argentina (ancora senza Maradona).