Luchino Visconti non lo aveva mai osteggiato anzi per il regista era lei “il volto femminile più bello del mondo”: Laura Antonelli fu consacrata come sex symbol di un’intera generazione e con i suoi film ha fatto sognare milioni di spettatori. Oggi l’attrice, nata a Pola il 28 novembre 1941 e scomparsa nel 2015 nella sua casa di Ladispoli dopo aver vissuto a lungo lontano dai riflettori, avrebbe compiuto 80 anni.

Il successo nella vita dell’attrice italiana arrivò quasi per caso: da Pola, si trasferì con la famiglia a Napoli, dove studiò per diventare insegnante di educazione fisica.
Una professione che eserciterà per poco tempo, perché a Roma, dove continuava ad insegnare, venne subito notata per la sua bellezza naturale.

Iniziò così la sua carriera nel mondo cinematografico, prima con piccole parti in film come Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli, poi con ruoli che l’hanno consacrata come icona degli anni Settanta e Ottanta. La notorietà infatti arrivò con Il merlo maschio, commedia sexy di Pasquale Festa Campanile in cui è la moglie del violoncellista Lando Buzzanca; poi ci fu Malizia di Salvatore Samperi: la sua immagine mentre sale le scale lasciando intravedere il reggicalze rimarrà impressa nella storia del cinema – e nel cuore degli spettatori – per gli anni a venire.

Oltre alle commedie sexy Laura Antonelli divenne celebre per le sue interpretazioni in Trappola per un lupo di Claude Chabrol, sul cui set conobbe Jean-Paul Belmondo, con cui avrà una burrascosa storia d’amore. E poi Sessomatto di Dino Risi, Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini, L’innocente di Luchino Visconti e Passione d’amore di Ettore Scola , per il quale ricevette il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.

Dopo il grande successo, alla fine degli anni Ottanta cominciò per l’attrice un periodo buio dal quale non riuscì più ad uscire. Era il 1991 quando l’attrice, per recitare in Malizia 2000, remake del film che l’aveva resa immortale, accettò di sottoporsi a un intervento chirurgia estetica che purtroppo la sfigurò, cancellando per sempre la sua bellezza e gettandola in una spirale di depressione totale.

Poco dopo, sempre nello stesso anno, venne arrestata nella sua lussuosa villa di Cerveteri per spaccio di droga, fu rinchiusa nel carcere di Rebibbia, in seguito le vennero concessi i domiciliari. In tribunale venne condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione con l’accusa di spaccio di stupefacenti, ma nove anni dopo venne assolta.

Il mondo dei rotocalchi del cinema e dello spettacolo era ormai un lontano ricordo: Laura Antonelli si ritrovò sola e senza soldi a causa delle numerose battaglie legali, in un piccolo appartamento a Ladispoli, dove si ritirò in completa solitudine, fino alla sua scomparsa per un infarto, il 22 giugno del 2015.

Nel 2010 il suo amico Lino Banfi lanciò un appello dalle pagine del Corriere della Sera e tramite i microfoni di Domenica In per chiedere l’applicazione della legge Bacchelli a sostegno degli artisti, ma lei rifiutò categoricamente: “Ringrazio Lino Banfi e tutti coloro che si stanno preoccupando di me.

Mi farebbe piacere vivere in modo più sereno e dignitoso anche se a me la vita terrena non interessa più. Vorrei essere dimenticata”.

A cura di Samanta Costantini – Foto Cinecittà

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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