LA UE E IL MULTICULTURALISMO

Da tempo ormai e grazie (per così dire) ai “Sinistroidi e ai Radican Chic” ilmulticulturalismo  e il politicamente corretto sono entrati fa far parte integrante della loro discutibile cultura influenzando anche i Parlamentari della UE.

Non a caso le due Eurodeputate, entrambe appartenenti alla Lega, Isabella Tovaglieri e Silvia Sardine, dopo aver letto attentamente la nuova “Guida all’UE” hanno riscontrato che il filo conduttore di tale pubblicazione era “il velo islamico”. Hanno deciso pertanto di evidenziare sui social tale “incoerenza”!  

L’ Eurodeputata Tovaglieri ha dichiarato apertamente e giustamente, mettendo in chiara evidenza l’ipocrisia vergognosa di una Europa politicamente corretta: “Dopo aver dedicato in pompa magna il premio Sacharov a Masha Amini e alle donne iraniane uccise perché non portavano il velo, le istituzioni comunitarie hanno mostrato il loro vero volto, dando alle stampe una ‘Guida all’Ue’ nella quale, per illustrare la legislazione in materia di mobilità, hanno scelto la foto di una ragazza seduta su un treno tutta bardata dall’hijab islamico. Un nuovo manualetto dell’indottrinamento all’inclusione ad ogni costo, anche al prezzo delle libertà femminili, negate in Iran e altri Paesi islamici, dove le donne rischiano il carcere e la vita per rivendicare i propri diritti. Quegli stessi diritti che i progressisti europei difendono solo a parole, mentre nei fatti promuovono, con i mezzi più subdoli, i simboli della sottomissione femminile anche nella nostra Europa.”

Anche Silvia Sardone non ha risparmiato il suo commento su tale vergognosa pubblicazione, sottolineando: “L’Europa ci ricasca. Per l’ennesima volta in una sua pubblicazione ufficiale mette una donna velata nelle foto, dando un’immagine positiva al velo islamico. Nell’ultima ‘Guida breve all’Unione Europea c’è una pagina in cui si dice che nell’Unione Europea si può viaggiare in tranquillità, protetti dai diritti dei viaggiatori con una donna con il velo che guarda l’orizzonte in treno. Ormai l’abitudine delle istituzioni europee di veicolare il velo islamico come strumento di integrazione, diversità e inclusione e veramente imbarazzante. Lo infilano ovunque, nei documenti ufficiali e sui social e per qualsiasi argomento. È indecente questo uso della donna velata, a maggior ragione considerando le proteste delle donne iraniane contro l’imposizione di indossarlo, continuerà a sottomettersi all’islamismo che vede la donna oppressa e non libera di vestirsi come vuole. È uno scandalo che continuerò a denunciare con forza, a difesa delle tante donne che sono costrette a portarlo contro la loro volontà per motivi religiosi“.

Possiamo pertanto affermare che se da una parte le Istituzioni di Bruxelles si battono per l’autodeterminazione delle donne, dall’altra in ragione di un multiculturalismo di comodo “politico” ignorano che quel velo è soprattutto nel loro Paese strumento di sottomissione e di morte e non certamente di libera scelta. Inoltrel’iconografia legata al velo islamico è in totale contrasto con gli appelli contro il “patriarcato” così attuale in questi giorni, ma specificatamente riferito solo al mondo occidentale!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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